Il romanzo Notti e nebbie del 1975 di Carlo Castellaneta è il primo dei romanzi italiani che hanno raccontato dalla parte del Fascismo repubblichino, il tragico periodo di Salò, della Resistenza, della guerra civile. La chiave di lettura è il melodramma, sulla scia del noir, filtrato con un gusto quasi viscontiano per il senso di putrefazione morale e corruzione fisica, la ridondanza sempre controllata, la misoginia dei ruoli femminili, la cura dei particolari, nella rievocazione di una Milano livida e allucinata. Nell'inverno del 1944, Milano è occupata dai nazisti ed i fascisti si stanno riorganizzando nella Repubblica di Salò: la città è occupata dalle truppe tedesche e repubblichine, mentre gli alleati risalgono la penisola con esasperante lentezza. Protagonista del romanzo è Bruno Spada, commissario di polizia uno squadrista della prima ora, attivista sprezzante che persevera nella fedeltà a Mussolini. In considerazione del suo curriculum di poliziotto severo e crudele nei confronti dei fermati per motivi politici e per antifascismo, Spada è nominato responsabile operativo della Squadra politica e svolge i suoi compiti di polizia politica con due scopi: controllare la fedeltà dei quadri della Repubblica Sociale Italiana, controllando la fedeltà dei dirigenti e funzionari della Repubblica e di smantellare la rete clandestina della resistenza antifascista, in una Milano e un'Italia lacerata da una vera e propria guerra civile. Per il suo lavoro Spada si avvale delle delazioni e delle soffiate di alcune amanti. Attentati, violenze, torture, tradimenti, attraversano la vita di questo funzionario, lacerando a loro volta la sua coscienza e facendo vacillare le sue motivazioni di funzionario fascista, portandogli enormi dubbi esistenziali. Assolve i suoi compiti con la feroce e disperata coerenza di chi si vuole ritagliare un inferno personale nel quadro fosco di tempi tristi. In lui sesso e violenza si esaltano e vivono in stretto contatto, sfociando in una crudeltà bestiale e cieca con cui cerca di arginare i cambiamenti drastici che stanno avvenendo in Italia. Ma qualcuno incomincia a braccarlo, il nemico è più vicino di quanto egli voleva credere. Bruno Spada è fucilato il 25 aprile 1945 per mano dei partigiani che quel giorno rovesciarono il regime repubblichino e liberarono la città dall'occupazione nazifascista.
Davvero interessante la trama di questo romanzo, ambientato nel periodo della dittatura fascista in Italia, la quale ha causato sofferenze, e ha reso la vita dei cittadini una continua lotta per la sopravvivenza.
RispondiEliminaGià il fatto che regnava un sistema fascista e dittatoriale con le truppe tedesche che avevano occupato l'Italia, possiamo immaginare le condizioni del popolo, che si organizzerà contro il sistema, e qui vediamo la figura vincente dei Partigiani.
A differenza del protagonista Bruno Spada, convinto fascista, che nel corso del romanzo, dopo una lunga serie di crudeltà, violenze, avrà dei seri dubbi sulla sua esistenza, e verrà fermato dai Partigiani.
Un saluto con affetto da Gallo Antonio IV B I.T.C.
e mentre marciavi con l'anima in spalle
RispondiEliminavedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
Fabrizio De André. La Guerra Di Piero.1969
sALUTI ENZO CESARANO
Per Anthony e per Enzo
RispondiEliminavolevo omettere il finale del libro. E' un finale aperto e lascia al lettore la possibilità di immaginarlo. Ma il romanzo è più politico di quanto si immagini. Il finale del libro è molto disincantato e constata la permanenza di molti uomini legati al regime fascista e della mentalità del passato regime anche nello Stato italiano liberato dai partigiani, perché - e cito le parole dello scrittore - "l’uomo è fatto della stessa merda" e nulla potrà mai realmente cambiare. Molto gattopardesco, non vi pare?
Il romanzo, il primo a raccontare dalla parte del Fascismo repubblichino il tragico periodo di Salò, della Resistenza, della guerra civile vede un Castellaneta, voce fuori del coro, che non cerca giustificazioni per il suo protagonista (che non si interroga mai sull’adesione al fascismo), ma neanche ne fa un eroe al negativo.
Un caro saluto ed un grazie
Massimo Capuozzo
Dalla descrizione di questo romanzo risulta interessante ed evidente come non veniva usata da parte dei fascisti la "ragione" in questo periodo storico a dir poco stravolgente! Dal punto di vista umano purtroppo si usavano ideologie irrazionali e tutto ciò anche perché in quel contesto si viveva male, il popolo era costretto ad adottare comportamenti disperati. Del resto, anche se sono passati tanti anni, nel mondo d'oggi si vedono sempre più insistentemente episodi di disperazione, ma mentre prima c'era un'"ideologia" da rispettare (almeno per molti che si accostavano al fascismo), oggi forse stiamo andando incontro sempre di più ad una vera e propria disperazione "vitale"!
RispondiEliminaUn carissimo saluto da un vecchio alunno: Francesco Vaccaro
Ciao Checco per te una delle mie ultime riflessioni sulla Storia.
RispondiEliminaNel ventesimo secolo, definito “secolo breve” da Hobsbawm, il mondo cade in un’eccessiva esaltazione ideologica, come il Liberalismo sostenuto prima con gli avanzi dell’Assolutismo, poi il Bolscevismo ed il Fascismo nelle sue diverse declinazioni. A 64 dalla fine del Fascismo ed a 21 anni dalla caduta del muro di Berlino, il mondo è cambiato così come la politica, ricostituita della base democratica e, pertanto, libera dalle contrapposizioni di fazioni avverse.
Con affetto Massimo Capuozzo
Per quanto il genere noir mi inquieti particolarmente e quindi finisca per non piacermi poi così tanto come genere letterario, riconosco che il libro ha una trama piuttosto intrigante. E' incredibile quanto il Fascismo riuscisse ad essere efferato, quasi disumano nell'attuare politiche repressive contro chiunque avesse il coraggio di dire "no" al regime. Per fortuna questo noir ha un lieto fine.
RispondiEliminaUn abbraccio ed un complimento al vostro articolo da Antonio Barbato, frungillo di IVB
la trama di questo romanzo mi ha parecchio incuriosito. dalla descrizione ciò che mi affascina particolarmente è proprio la figura e il ruolo del protagonista. Sarei curioso di leggere le vicende descritte , non solo per farmi un idea più precisa di quello che secondo me un periodo storico pieno di ombre e contraddizioni, ma anche per scoprire come Spada "Assolve i suoi compiti con la feroce e disperata coerenza di chi si vuole ritagliare un inferno personale nel quadro fosco di tempi tristi"( parole prese di peso dall'articolo ).Dalla descrizione mi sembra inoltre di percepire che ci siano elementi tipici delle spy story (che io adoro), il tutto pinto di sfumature noir (genere che io adoro ancora di più soprattutto in ambito filmico).
RispondiEliminaDavvero Molto interessante questo Romanzo ambientato durante la dittatura Nazifascista che procurò al popolo italiano diverse sofferenze che riusciamo ad immagginare attraverso vari documenti "Film,Documentari,altri Romanzi o magari anche racconti di chi ha subbito..."
RispondiEliminaQuindi possiamo capire i problemi del Popolo che si ribbella con la violenza...infatti nel vostro finale ci sono i Partigiani che fucilano Spada e così facendoo liberano il Popolo. Il romanzo è molto coinvolgende e come al solito il lavoro è presentato da voi perfettamente...Complimenti
Dal Giocattolo della IIIB ITC
Caro Antonio, l'epoca del postmoderno ha completamente scardinato il sistema dei generi è invece sorprendente che, agli inizi degli anni 90 del Novecento, nel panorama editoriale si sia verificata una svolta. Il Noir Giallo poliziesco esplose in Italia, aprendo un filone fino a quel momento quasi inesplorato: un’ampia messe di romanzi di evasione, gialli all’italiana, condotti con tale abilità non solo da farsi divorare per lo svelamento del colpevole, è stato reinterpretato e svolto secondo una chiave di lettura diversa, infatti, chi legge non si dovrà più domandare soltanto chi è l’assassino, ma anche cosa succede e perché? In molti casi esso si è quindi riproposto anche come letteratura colta, in cui il progetto di scrittura si dipana a più livelli, mentre si racconta uno spaccato verosimile del nostro passato prossimo che vede in scena un’umanità variegata e vera, al punto da divenire paradigmatica di un preciso momento storico, di un pertinente stile di sentire, di un particolare modo di vivere.
RispondiEliminaMassimo Capuozzo
Caro Carmine,
RispondiEliminaposseggo questo romanzo che è appartenuto a mio padre, che si trovava su posizioni ideologiche diverse dalle mie.
Leggendo per la prima volta la vicenda di Bruno Spada, ho capito il senso del dovere, che in un'epoca vituperata come quella del Ventennio era inculcata in quanti sono vissuti allora.
Spada è stato un personaggio che mi ha aiutato ancor più a capire mio padre. E' triste rendersi conto che molte verità che si celano nel libro. E che queste verità mi erano state dette da mio padre io quando avevo la tua età. Ed io ero scettico.
Poi ho incontrato la Storia ed ho cercato di capire come in Italia siamo davvero "soldati di tutte le guerre". Trasformisti fino al midollo.
Personaggi come Spada, persone come mio padre, non sono ideologicamente condivisibili, almeno per me, ma almeno sono coerenti: Spada catturato dai partigiani di una sporca guerra civile, mio padre trovandosi a dover comandare da sottotenente un aeroporto militare dal quale dal quale gli ufficiali superiori erano tutti scappati. Entrambi, con modalità diverse erano spinti dallo stesso senso: il dovere.
Grazie della tua attenzione
Massimo Capuozzo
Devo dire che, la cosa che più mi incuriosisce, è proprio il protagonista Bruno Spada; poliziotto totalmente indifferente a sentimenti umani perchè comunque usava sempre la violenza rinnegando cosi le regole morali di cui lui doveva essere difensore. La cosa più assurda, direi, è proprio il fatto che si nasconda dietro il suo dovere, proprio per sfogare le sue violente pulsioni istintuali infatti attentati, violenze, torture e soprattutto tradimenti hanno attraversato la sua vita e lo hanno portato proprio ad avere dei dubbi sulle sue motivazioni fascista e comunque dei dubbi esistenziali proprio perchè penso che non erano eredità dell’ epoca fascista ma solo una componente eterna dell’ uomo.
RispondiEliminaUn bacio ed un abbraccio forte
Angela Donnarumma
Bhè che dire, non ho avuto ancora il piacere di leggere questo romanzo, la quale trama mi sembra piuttosto intrigante.
RispondiEliminaFortunatamente da un lato e sfortunatamente dall'altro io sono nato nel XXI secolo, di conseguenza non ero presente in quel periodo. Dico fortunatamente perchè quale pazzo avrebbe voluto affrontare una guerra o semplicemente trovarsi tra le atrocità di quel periodo? Non credo sinceramente esista.
Sfortunatamente, invece, perchè anche se le fonti sono alquanto attendibili, in quanto, come ha detto prima Carmine, abbiamo documenti che ci confermano l'accaduto, io però penso che quando una cosa la puoi osservare con i tuoi occhi è di certo più "vera" di qualsiasi altra fonte.
Fatto stà comunque che la vicenda di Bruno Spada, pur terminando con un lieto fine, è qualcosa che noi di questa generazione possiamo soltanto immaginare, oppure possiamo soltanto magari parlarne fingendo di poter capire o addirittura "sentire", cosa le persone di quel tempo provavano, sia fisicamente che psicologicamente.
Un abbraccio... Mario Sembrano