domenica 28 luglio 2013

La predicazione degli Apostoli di Massimo Capuozzo

Dopo la morte di Gesù, i primi discepoli cominciarono a organizzarsi e a diffondere il kerygma ossia l’annuncio.
Questo gruppo di persone, di origine eterogenea, decise di stabilirsi a Gerusalemme nella probabile persuasione che da lì a poco sarebbe giunta la fine dei tempi. Il gruppo, ebrei e proseliti, era considerato una delle tante sette giudaiche che allora componevano il variegato mondo religioso ebraico ed era disomogeneo anche nelle convinzioni: è possibile, infatti, riconoscere almeno tre sottogruppi con visioni abbastanza differenti su come intendere il nuovo Vangelo, che peraltro allora non esisteva ancora in forma scritta.
·         Gli Ellenisti, gruppo legato alla figura di Stefano, avevano un atteggiamento piuttosto sovversivo nei confronti delle istituzioni ebraiche, in particolare del tempio e ciò portò a uno scontro con il sinedrio, con la morte di Stefano e l'allontanamento della comunità da Gerusalemme. Essi si trasferirono quindi ad Antiochia e lì cominciarono a predicare anche a proseliti dell'ebraismo di origine non ebraica, costituendo le prime comunità cristiane composte da membri non nati nell'ebraismo.
·         I giudeo-cristiani, gruppo maggioritario, legato prima a Pietro e poi a Giacomo, fratello di Gesù, avevano un ruolo di primo piano nella Chiesa di Gerusalemme: questo ruolo fu affidato a Giacomo da Gesù che divenne il capo della Chiesa di Gerusalemme, dopo la morte di Gesù. I giudeo-cristiani praticavano integralmente la legge ebraica e pregavano regolarmente nel tempio di Gerusalemme; Pietro, però si dovette allontanare ben presto dalla città, dopo che era stato imprigionato da Erode Agrippa I, e Giacomo morì nel 62 per lapidazione su comando del sommo sacerdote Anania.
·         Un terzo gruppo, legato a Giovanni, elaborò una teologia originale su Gesù e sulla sua relazione con Dio, in seguito divenne predominante in tutta la Chiesa, insieme al pensiero di Paolo.
Anche secondo Paolo, la Chiesa di Gerusalemme era basata su tre colonne: Giacomo, Pietro e Giovanni.
Inizialmente, i primi seguaci di Gesù si consideravano parte della Religione ebraica. Certo, avevano alcune pratiche peculiari e nuove come il Battesimo e la celebrazione della Eucaristia e vivevano in una comunità coesa e a sé stante, ma tutti erano certi della propria ebraicità: si comportavano come Ebrei, partecipavano ai culti del popolo ebraico, praticavano le forme tradizionali della religiosità ebraica e osservavano strettamente l'antica Legge ebraica, discesa da Mosè.
Questo primo Cristianesimo si sviluppò dalla Giudea romana e si sparse per tutto l'Impero Romano e oltre cioè nell'Africa orientale e Asia meridionale, fino a raggiungere l'India e, dapprincipio, questo sviluppo fu strettamente collegato ai centri di fede ebraica già esistenti, in Terra Santa e nella Diaspora ebraica.
I primi seguaci del Cristianesimo erano ebrei, noti come timorati di Dio o anche ebrei cristiani: essi erano i membri del movimento ebraico di riforma che più tardi divenne il Cristianesimo vero e proprio. Nella fase più precoce, la Comunità era composta da tutti i giudei che avevano accettato Gesù di Nazareth come una persona venerabile o addirittura il Messia, quindi equivalenti a tutti i gruppi cristiani successivi, che continuavano a osservare le prescrizioni della Legge mosaica dopo la loro conversione al Cristianesimo. Quando il Cristianesimo cominciò ad evolversi e diffondersi, i giudeo-cristiani divennero solo un filone minoritario della comunità cristiana.
Si ipotizza che le Sedi Apostoliche siano state fondate da uno o più apostoli di Gesù, che si pensa siano partiti da Gerusalemme qualche tempo dopo la sua Crocifissione, verso il 26–36, probabilmente dopo il Grande Mandato, la missione divina degli apostoli. I primi cristiani si riunivano in modeste case private, note come chiese domestiche, ma la comunità intera di una città era anch'essa chiamata chiesa – dal greco εκκλησια o Ecclesia che letteralmente significa assemblea, riunione, o congregazione.
Molti di questi primi cristiani erano mercanti, mentre altri avevano motivi pratici per voler andare in Africa settentrionale, Asia minore, Arabia, Grecia e altri luoghi. Oltre 40 di queste comunità furono istituite entro l'anno 100, nelle città intorno al Mediterraneo, comprese due in Nord Africa, ad Alessandria e Cirene, e svariate in Italia molte in Asia Minore. Per la fine del I secolo, il Cristianesimo era già arrivato a Roma, in India e nelle maggiori città dell'Armenia, Grecia e Siria, servendo da base per la diffusione espansiva del Cristianesimo in tutto il mondo.
La storia di come questa piccola comunità di credenti si sparse per molte città dell'Impero Romano in meno di un secolo è una parte considerevole della storia dell'umanità.
Si trattava, però, anche di una comunità in crescita che, inevitabilmente, in almeno due occasioni, aveva ammesso al suo interno persone che non condividevano il background ebraico. Il primo caso era avvenuto in relazione un importante funzionario responsabile del Tesoro della regina di Etiopia. Il secondo convertito era stato il centurione romano Cornelio, che era stato ricevuto nella Chiesa direttamente da Pietro. Ovviamente, questi due episodi dovevano essere solo due esempi di un movimento certamente più ampio ed era logico che tali inglobamenti di esseri impuri, così come l'insistenza dei proto-Cristiani nel predicare la divinità di Gesù, ben presto portassero ad un conflitto aperto con le autorità della Religione ebraica, in particolare i Farisei.
Non a caso per due volte ai seguaci di Gesù fu ordinato di desistere dal loro modo di vivere e, al loro rifiuto, essi furono condannati a morte: la prima persecuzione, a metà degli anni 30, portò alla lapidazione di Stefano, la seconda all'esecuzione dell'Apostolo Giacomo il Maggiore intorno all'anno 44. In seguito a questa importante  persecuzione di Cristiani in Palestina molti Cristiani fuggirono ad Antiochia, importante metropoli, capitale della provincia romana d'Oriente e fondamentale centro della cultura greca.
Fu proprio ad Antiochia che il nome di Cristiani fu dato per la prima volta ai credenti in Cristo e che un numero notevole di persone provenienti da altre religioni, in particolare Greci, ma anche Ciprioti e Romani, accolse l'insegnamento evangelico. Insomma, per la prima volta, verso il 42-45 d.C., la Chiesa cominciò ad apparire come qualcosa di più di una delle numerose sette ebraiche: stava diventando cattolica, ossia universale.
Questo, però, poneva un problema: la grande maggioranza dei Cristiani erano ancora Ebrei e, ad Antiochia come a Gerusalemme, si consideravano tenuti alla circoncisione, a seguire le antiche leggi alimentari e a mantenere la norma che vietava loro di mangiare con i pagani e, poiché l'Eucaristia era celebrata in occasione di un pasto, gli Ebrei ritenevano impossibile concelebrarla insieme con i loro nuovi fratelli Gentili.
Per l'Apostolo Pietro, ebreo osservante, il dilemma era di decidere se un Ebreo doveva rifiutarsi di condividere la Comunione con gli ex – pagani, a meno che essi non si fossero sottomessi completamente, all'atto del Battesimo, ai rituali e alle leggi ebraiche, o se tali leggi dovessero essere sorpassate in virtù del comando di Gesù di diffondere la sua Buona Novella a tutte le nazioni.
Se Pietro era da subito apparso propenso per la seconda soluzione, per molti osservanti Ebrei il Battesimo di non circoncisi era un atto di tradimento verso il Giudaismo e che l'Apostolo alloggiasse e mangiasse con pagani era una cosa sconcertante e contraria alla Legge.

La questione doveva essere risolta, soprattutto perché Ebrei e Gentili convertiti erano sottoposti a forti pressioni anche da parte degli estremisti nazionalisti antiromani, che vedevano nella loro comunanza una sorta di tradimento degli ideali liberazione nazionale.
Massimo Capuozzo

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