lunedì 2 maggio 2016

A tu per tu con l’opera d'arte: Federica Fontanella e le Fucilazioni di Francisco Goya

Francisco Goya dipinse nel 1814 Le Fucilazioni un’opera conosciuta anche come il 3 Maggio 1808. Un dipinto di 266 x 347 cm realizzato con la tecnica dell’olio su tela ed attualmente conservato nel museo del Prado a Madrid.
Il dipinto rappresenta il momento in cui Napoleone entra in Spagna e i Francesi catturano un gran numero di cittadini che poi elimineranno successivamente.
È un dipinto in cui l’artista rappresenta una sorta di denuncia contro la brutalità della guerra. Questo momento è ritratto con sincerità già romantica, all’opposto della visione composta dell’estetica neoclassica.
Goya contrappone una verità crudele e quella eroica della guerra; infatti possiamo vedere che l’artista si concentra sull’orrore della guerra.
Le Fucilazioni rappresentano il momento successivo alla ribellione del popolo e si focalizza su due gruppi di uomini: il plotone d’esecuzione sulla destra e i condannati a sinistra.
I carnefici e le povere vittime si fronteggiavano in uno spazio molto ristretto. Una grande lanterna ai piedi dei soldati emana una luce gialla, sottolineando il punto di vista drammatico.
Il protagonista della scena è la vittima centrale che alza le braccia in attesa del colpo finale e sembra soffrire ancor prima di essere raggiunto. Gli altri componenti simboleggiano i sentimenti del popolo: un uomo che inveisce con il pugno che rappresenta la rabbia del popolo, un altro uomo si inchina verso terra rappresentando coloro che si sono arresi, un altro che si copre il volto con la mano in segno di vergogna ed infine colui che guarda con disprezzo i carnefici che rappresenta l’odio.
Sulla destra è presente il plotone di esecuzione, ed ogni persecutore ha una baionetta e indossano uno skakò (un uniforme). In questa scena è presente un sentimento di rabbia e di tensione.
Nella rappresentazione ci sono anche dei riferimenti iconografici dove viene paragonata la vittima centrale a Cristo Crocifisso visto che ha le braccia aperte tra l’altro nella sua mano destra è presente una stigmata; la lanterna centrale richiama quella utilizzata per arrestare Cristo.
Per quanto riguarda il colore dei vestiti vediamo che i colori delle camicie sono bianchi e gialli colori presenti nell’Araldica Pontificia. Goya è distante dall’inserire la trascendenza perché non ha senso pensare che il sacrificio porterà alla salvezza. La lanterna era un topos barocco che grazie all’effetto chiaroscuro costituiva una metafora dell’esistenza di Dio.
L’illuminazione presenta una forte connotazione religiosa che simboleggia il miracolo, ma in realtà non è così perché nelle Fucilazioni  aiuta a completare il massacro al plotone d’esecuzione.
Nel dipinto è presente anche il colore nero che non rappresenta la notte, ma anche la presenza del male. Dal punto di vista stilistico  le Fucilazioni  fondano svariate influenze. Il tema delle Fucilazioni era molto radicato nell’immaginario collettivo durante la guerra d’indipendenza spagnola e l’esecuzione di Goya rappresenta la sua intenzione di realizzare un quadro eroico.
 Goya riesce a fondere le sue conoscenze con altre influenze come ad esempio nella rappresentazione all’Assassino di cinque monaci di Valencia di Miguel Gamborino (Valencia 1760- Madrid 1828) è stato un incisore spagnolo, però Goya non utilizza rappresentazioni angeliche a differenza di Gamborino.
Francisco Goya  nasce in un piccolo paese a Fuendetodos il 30 Maggio del 1746. Francisco frequenta a Saragozza l’istituto religioso “le Escuelas Pias de San Antòn. Si trasferì a Madrid nel 1763 e partecipò al corso indetto dall’Accademia di Belle Arti di San Fernando. Goya per una maggiore qualificazione professionale nel 1770 intraprese un viaggio in Italia dove dipinge “Annibale vincitore”    che mira per la prima volta sulle Alpi. Nel 1778 Goya pubblica una raccolta di nove incisioni. In questi anni in Spagna non esistevano musei pubblici quindi per apprezzare le opere ci si doveva accontentare delle copie degli incisori. Nel 1779 Goya  realizza l’Acquaforte Agarrotado raffigurante un condannato a morte da qui si può definire il periodo oscuro di Goya. La chiusura dell’Arazzeria Reale fu per Goya un colpo duro dal punto di vista economico.
Nel 1785 Goya ottenne l’incarico di dipingere i direttori del Banco San Calos e di questo il conte di Altamira Vincente Osorio rimase molto contento, tanto da incaricarlo di altri ritratti.
Nel 1792 compì un viaggio in Andalusia durante il quale si ammalò  perdendo del tutto l’udito. La sordità portò alla luce un senso di disperazione e angoscia che prendeva il posto di elementi fantastici della sua mente.
All’età di 68 anni completò il dipinto delle Fucilazioni: il dipinto rappresenta la resistenza delle truppe madrilene all’armata francese, durante l’occupazione del 1808 della guerra d’indipendenza spagnola. Goya realizzò sia il 2 Maggio sia  il 3 Maggio (Le Fucilazioni)  su commissione del Consiglio di Reggenza.
Il Consiglio di Reggenza è un’istituzione destinata a governare un regno durante la minore età di un monarca ad esempio  nella Costituzione Spagnola del 1978.
Francisco Goya realizzò il dipinto delle Fucilazioni quando Napoleone si autoproclamò Primo Console  della Repubblica Francese il 18 febbraio 1799 e nel 1804  si incoronò imperatore dei francesi.
 La Spagna controllava lo stretto di Gibilterra rivestendo un’importanza politica-strategica  per l’impero francese. All’epoca re Carlo IV (1748-1819) era considerato un sovrano inetto. Approfittando della debolezza del sovrano, Napoleone propose alla Spagna la conquista del regno del Portogallo che sarebbe stato diviso in tre parti: uno a dominio francese, uno a dominio spagnolo e la terza parte al primo ministro spagnolo Manuel Godoy (Badajoz 1767-1851).
Carlo IV fu costretto ad abdicare il 19 marzo 1808 per favorire il fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte. La storia spagnola non era nuova ai monarchi, ma subito il nuovo sovrano su oggetto di profonda irritazione; e viene rappresentata prima con il 2 Maggio e poi con il 3 Maggio (Le Fucilazioni), che meglio illustra la rappresaglia francese.
Tutto il contesto del dipinto si svolge durante la guerra di indipendenza spagnola; fu il più lungo conflitto delle guerre napoleoniche e fu combattuto nella penisola iberica da un’alleanza tra Spagna, Portogallo e Regno Unito contro l’impero Francese. La guerra ebbe inizio nel 1808 e terminò nel 1814 con la sconfitta delle truppe francesi.
Possiamo concludere con l’osservazione delle Fucilazioni  perché oltre a rappresentare un evento che mai dovrebbe accadere ovvero la sottomissione di un popolo ad un altro. Inoltre durante una serie di ricerche si è scoperto che il dipinto fu lasciato nei depositi dai trenta ai quarant’anni prima di essere esposto al museo del Prado.
Theophile Gautier (Tarbes 1811- Neuilly 1872) è stato uno scrittore, poeta, giornalista e critico letterario Francese; non vedendo il dipinto disse di aver preso visione a un massacro nei confronti di Goya. Solamente nel 1867 il biografo di Goya, Charles Emile Yeiarte  (1832-1898) considerò il dipinto abbastanza importante per essere mostrato al pubblico.

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