Paolo III nei suoi
quindici anni di pontificato dimostrò, fin da subito, grande volontà e
determinazione nel voler cambiare in meglio la Chiesa, anche se, come tutti gli
altri Papi della sua epoca, ebbe il difetto del nepotismo.
Alessandro Farnese nacque nel 1468 a Canino presso Viterbo,
discendente da parte di madre dalla famiglia Caetani, dalla quale proveniva
anche Bonifacio VIII. Il giovane Farnese ricevette la sua istruzione dapprima a
Roma poi a Firenze dai distinti umanisti della corte del Magnifico, dove
assiste alle lezioni di Marsilio Ficino e di Pico della Mirandola, finché, nel 1491,
fu nominato Protonotaro della curia da Innocenzo VIII Cybo. Da quel momento le
cariche ecclesiastiche si susseguirono rapidamente fino al conclave del nel
1534 alla morte di Clemente VII dei Medici, quando Alessandro Farnese fu eletto
Papa con il nome di Paolo III.
La sua elezione fu dovuta a tre fondamentali motivi: alla
sua indipendenza rispetto alle due potenze, Francia e Impero, che
allora si contendevano il predominio, poi ai suoi seri sforzi di riforma fin da
quando era stato nominato vescovo di Parma e infine alla grande influenza
goduta durante il pontificato di Clemente VII.
Energico, dal portamento aristocratico e di buona cultura,
ebbe numerosi figli e fama d’impenitente donnaiolo, tanto da essere
soprannominato il Cardinal della Gonnella.
Fin dai primi giorni del suo pontificato Paolo III risolse
di convocare un concilio generale, che però fu rimandato per la difficile
situazione in Germania e in Italia. Paolo III sebbene fosse il
tipico Papa rinascimentale che portò il nepotismo ad un livello esasperato, era
coinvolto seriamente nello sforzo di migliorare la Chiesa: Per la politica
nepotistica (in favore dei quattro figli: Costanza, Pier Luigi, Paolo,
Ranuccio, avuti prima dell'imposizione degli ordini sacri), fu in contrasto con
i Della Rovere per Camerino e compì la famosa infeudazione di Parma e Piacenza
a Pier Luigi, oltre le nomine a cardinali dei giovanissimi nipoti, Alessandro
e Ranuccio Farnese, e Guido Ascanio Sforza. Per molto tempo,
infatti, l'essere stato il papa forse più gravemente incline al nepotismo mise
in ombra le sue qualità politiche, di mecenate, di iniziatore della forma cattolica
alla quale dedicò gran parte della sua attività. Per questo egli è passato alla
storia come uno dei Papi più grandi e controversi ed una delle personalità più
eminenti del Rinascimento italiano.
Dal 1534 Paolo III nominò due commissioni
triunvirali, poi una quadrumvirale per la riforma generale e una duodecimvirale
per la riforma degli uffici, i cui progetti e i cui studi servirono di base
alle riforme ulteriori.
Il 17 dicembre 1538 Paolo III scomunicò Enrico VIII e colpì
l’Inghilterra di interdetto, ma l’unico risultato fu che quest’ultima si
distaccò ulteriormente da Roma.
Nel 1540 Paolo III approvò l'ordine dei gesuiti fondato da Ignazio
di Loyola nel 1534.
Dopo i tentativi di accordo fra cattolici e protestanti
attraverso i «colloqui» di Worms del 1540-41 e di Ratisbona del 1541,
tutti falliti nonostante le grandi speranze,
Paolo III decise per la convocazione del concilio a Trento
per il novembre 1542. Di nuovo sospeso e riconvocato per il marzo 1545,
fu finalmente aperto il 13 dicembre di quell'anno: Il Concilio che
avrebbe dovuto conciliare la scissione fra cattolici e protestanti e avrebbe
dovuto respingere la riforma di Lutero, e che nessuno poté prevedere che desse
allora inizio al più grande avvenimento di tutta la cattolicità moderna.
Di pari passo con il concilio doveva procedere la riforma
interna della Chiesa, che Paolo III agevolò creando cardinali a essa
favorevoli, come G. Contarini, G. P. Carafa, R. Pole, G. Morone, I.
Sadoleto.
Paolo III è stato considerato il primo Papa della riforma
Cattolica; non si sa quanto ciò sia storicamente vero, ma senza dubbio Paolo
III comprese la necessità di rispondere positivamente alla sfida del
protestantesimo e fece i primi passi per incoraggiare il rinnovamento
all’interno della Chiesa stessa.
Durante il suo pontificato Paolo III si dedicò a Roma, con
il preciso scopo di rinnovarla radicalmente dal punto di vista urbanistico ed
architettonico; egli fece ristrutturare e restaurare inoltre l’Università di
Roma, la Sapienza, e fece risistemare tutta la Biblioteca Vaticana, nominando
nel contempo Michelangelo architetto a vita della fabbrica di San Pietro che,
prima della nomina, aveva riprogettato l’intera area del Campidoglio, con la
successiva collocazione della statua di Marco Aurelio.
Il Papa ad ottantun anni d’età, fu colpito da una malattia
che lo portò alla morte il 10 novembre 1549.
John Kelly, nel grande dizionario dei Papi, descrisse Paolo
III come uno dei Papi più illustri del Rinascimento, colui che favorì artisti, scrittori
e studiosi. Paolo III si dimostrò però incapace di sopprimere la riforma
protestante, anche se durante il suo pontificato furono gettate le fondamenta
per la Controriforma.
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