venerdì 1 aprile 2016

Paolo III Farnese fra Rinascimento e Controriforma di Peppe Esposito

Paolo III  nei suoi quindici anni di pontificato dimostrò, fin da subito, grande volontà e determinazione nel voler cambiare in meglio la Chiesa, anche se, come tutti gli altri Papi della sua epoca, ebbe il difetto del nepotismo.
Alessandro Farnese nacque nel 1468 a Canino presso Viterbo, discendente da parte di madre dalla famiglia Caetani, dalla quale proveniva anche Bonifacio VIII. Il giovane Farnese ricevette la sua istruzione dapprima a Roma poi a Firenze dai distinti umanisti della corte del Magnifico, dove assiste alle lezioni di Marsilio Ficino e di Pico della Mirandola, finché, nel 1491, fu nominato Protonotaro della curia da Innocenzo VIII Cybo. Da quel momento le cariche ecclesiastiche si susseguirono rapidamente fino al conclave del nel 1534 alla morte di Clemente VII dei Medici, quando Alessandro Farnese fu eletto Papa con il nome di Paolo III.
La sua elezione fu dovuta a tre fondamentali motivi: alla sua indipendenza rispetto alle due potenze, Francia e Impero, che allora si contendevano il predominio, poi ai suoi seri sforzi di riforma fin da quando era stato nominato vescovo di Parma e infine alla grande influenza goduta durante il pontificato di Clemente VII.
Energico, dal portamento aristocratico e di buona cultura, ebbe numerosi figli e fama d’impenitente donnaiolo, tanto da essere soprannominato il Cardinal della Gonnella.
Fin dai primi giorni del suo pontificato Paolo III risolse di convocare un concilio generale, che però fu rimandato per la difficile situazione in Germania e in Italia. Paolo III sebbene fosse il tipico Papa rinascimentale che portò il nepotismo ad un livello esasperato, era coinvolto seriamente nello sforzo di migliorare la Chiesa: Per la politica nepotistica (in favore dei quattro figli: Costanza, Pier Luigi, Paolo, Ranuccio, avuti prima dell'imposizione degli ordini sacri), fu in contrasto con i Della Rovere per Camerino e compì la famosa infeudazione di Parma e Piacenza a Pier Luigi, oltre le nomine a cardinali dei giovanissimi nipoti, Alessandro e Ranuccio Farnese, e Guido Ascanio Sforza. Per molto tempo, infatti, l'essere stato il papa forse più gravemente incline al nepotismo mise in ombra le sue qualità politiche, di mecenate, di iniziatore della forma cattolica alla quale dedicò gran parte della sua attività. Per questo egli è passato alla storia come uno dei Papi più grandi e controversi ed una delle personalità più eminenti del Rinascimento italiano.
Dal 1534 Paolo III nominò due commissioni triunvirali, poi una quadrumvirale per la riforma generale e una duodecimvirale per la riforma degli uffici, i cui progetti e i cui studi servirono di base alle riforme ulteriori.
Il 17 dicembre 1538 Paolo III scomunicò Enrico VIII e colpì l’Inghilterra di interdetto, ma l’unico risultato fu che quest’ultima si distaccò ulteriormente da Roma.
Nel 1540 Paolo III approvò l'ordine dei gesuiti fondato da Ignazio di Loyola nel 1534.
Nel 1542, costituì la Congregazione del Sant'uffizio, dando inizio all’Inquisizione romana.

Dopo i tentativi di accordo fra cattolici e protestanti attraverso i «colloqui» di Worms del 1540-41 e di Ratisbona del 1541, tutti falliti nonostante le grandi speranze,
Paolo III decise per la convocazione del concilio a Trento per il novembre 1542. Di nuovo sospeso e riconvocato per il marzo 1545, fu finalmente aperto il 13 dicembre di quell'anno: Il Concilio che avrebbe dovuto conciliare la scissione fra cattolici e protestanti e avrebbe dovuto respingere la riforma di Lutero, e che nessuno poté prevedere che desse allora inizio al più grande avvenimento di tutta la cattolicità moderna.
Di pari passo con il concilio doveva procedere la riforma interna della Chiesa, che Paolo III agevolò creando cardinali a essa favorevoli, come G. Contarini, G. P. Carafa, R. Pole, G. Morone, I. Sadoleto.
Paolo III è stato considerato il primo Papa della riforma Cattolica; non si sa quanto ciò sia storicamente vero, ma senza dubbio Paolo III comprese la necessità di rispondere positivamente alla sfida del protestantesimo e fece i primi passi per incoraggiare il rinnovamento all’interno della Chiesa stessa.
Durante il suo pontificato Paolo III si dedicò a Roma, con il preciso scopo di rinnovarla radicalmente dal punto di vista urbanistico ed architettonico; egli fece ristrutturare e restaurare inoltre l’Università di Roma, la Sapienza, e fece risistemare tutta la Biblioteca Vaticana, nominando nel contempo Michelangelo architetto a vita della fabbrica di San Pietro che, prima della nomina, aveva riprogettato l’intera area del Campidoglio, con la successiva collocazione della statua di Marco Aurelio.
Il Papa ad ottantun anni d’età, fu colpito da una malattia che lo portò alla morte il 10 novembre 1549.
John Kelly, nel grande dizionario dei Papi, descrisse Paolo III come uno dei Papi più illustri del Rinascimento, colui che favorì artisti, scrittori e studiosi. Paolo III si dimostrò però incapace di sopprimere la riforma protestante, anche se durante il suo pontificato furono gettate le fondamenta per la Controriforma.

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