venerdì 23 maggio 2014

La basilica pontificia di Sant’Alfonso a Pagani di Anna Giordano

Nella vasta e fertile pianura del Sarno, che si estende tra Pompei e Salerno sotto l'ombra del Vesuvio, sorge la città di Pagani, ai piedi del monte Albino e della catena dei Lattari.
Qui Alfonso ci venne la prima volta per tenervi una missione e nel 1743 vi fondò la Casa religiosa dove il santo abitò, con interruzioni, per circa 22 anni.
Questa, su disegno di Alfonso e la direzione dell'architetto regio Pietro Cimafonte, presenta una monumentale facciata che riveste una struttura monastica semplice e solida, diligentemente restaurata dopo il sisma del 1980.
La chiesa, iniziata nel 1756 e terminata dopo 47 anni, fu consacrata con il titolo di San Michele Arcangelo ed elevata a Basilica Pontificia nel 1908 dal Papa Pio X.
Nel 1932, in occasione del secondo centenario della nascita dell'Istituto redentorista, è stata ritoccata e rivestita di preziosi marmi policromi sotto la direzione del prof. Gino Chierici. Le artistiche vetrate riportano santi e venerabili dell'Istituto, mentre gli affreschi sono di Paolo Vetri, discepolo di Domenico Morelli.
Un grande organo di circa tremila canne sottolinea i momenti più solenni delle celebrazioni liturgiche ed è al centro di numerosi concerti di musica sacra.
Cuore della Basilica è la Cappella del Santo che in un'artistica urna ne accoglie le reliquie, disposte sopra un lettino d’argento su cui posa una statua di legno pregiato scolpita dal prof. Antonio Lebbro.
Oltre a questa vi sono altre quattro cappelle poste lateralmente che si legano ognuna a S. Gerardo, S. Clemente, S. Giuseppe e alla Madonna del Rosario. I due altari sono dedicati al Cuore Eucaristico e alla Madonna del Perpetuo Soccorso dove S. Alfonso celebrava la santa messa.
La Casa religiosa e la Basilica si affacciano su una grande piazza dominata da un monumento in bronzo del Santo, opera del noto scultore Germano. Su un possente cilindro di granito tra pannelli che ricordano i suoi quattro amori (Gesù Bambino, L'Eucarestia, il Crocifisso e la Madonna) Alfonso in vesti episcopali, nell'atto di stringersi alla parola di Dio, accoglie e benedice i suoi devoti.
Di fianco alla Basilica è situato il Museo Alfonsiano nel quale sono custoditi molti ricordi ed effetti personali del Santo, e la Pinacoteca nella quale sono raccolti circa 100 dipinti di carattere sacro e alcune opere del '500 di notevole interesse.
Il Museo Alfonsiano, situato al primo piano della casa religiosa, è stato allestito ed inaugurato il 12 novembre 1990 da papa Giovanni Paolo II in visita alla Basilica e alle spoglie di S. Alfonso.
Esso raccoglie i ricordi del Santo idoneamente collocati negli stessi ambienti da lui frequentati. Il Museo è articolato in modo da consentire un agevole itinerario nella biografia e nella spiritualità del Santo.
Nella prima stanzetta sono esposti indumenti personali, paramenti sacri e ceramica da mensa a lui appartenuti.
Segue la Cappella dell'Addolorata in cui S. Alfonso celebrò frequentemente l'Eucarestia e da molti più volte fu visto in estasi. Al centro del soffitto dipinto nel 1752 campeggia la Madonna ai piedi della croce spoglia di Cristo. Sull'altare settecentesco in marmi policromi, sul cui paliotto risalta il monogramma di Maria, spicca la piccola statua dell'Addolorata, anch'essa del secolo XVIII, vestita di un prezioso abito ricamato in oro.Il Museo Alfonsiano, situato al primo piano della casa religiosa, è stato allestito ed inaugurato il 12 novembre 1990 da papa Giovanni Paolo II in visita alla Basilica e alle spoglie di S. Alfonso.
Esso raccoglie i ricordi del Santo idoneamente collocati negli stessi ambienti da lui frequentati. Il Museo è articolato in modo da consentire un agevole itinerario nella biografia e nella spiritualità del Santo.
Nella prima stanzetta sono esposti indumenti personali, paramenti sacri e ceramica da mensa a lui appartenuti.
Segue la Cappella dell'Addolorata in cui S. Alfonso celebrò frequentemente l'Eucarestia e da molti più volte fu visto in estasi. Al centro del soffitto dipinto nel 1752 campeggia la Madonna ai piedi della croce spoglia di Cristo. Sull'altare settecentesco in marmi policromi, sul cui paliotto risalta il monogramma di Maria, spicca la piccola statua dell'Addolorata, anch'essa del secolo XVIII, vestita di un prezioso abito ricamato in oro.
Proseguendo si incontra la celletta spoglia ed angusta abitata dal santo dal 1752 fino al 1762 anno della sua nomina a vescovo di S. Agata del Goti.
Le tre sale successive costituiscono una preziosa testimonianza della poliedrica e profonda personalità di S. Alfonso dalla brillante adolescenza fino alla veneranda età.
Nella prima sala troviamo il primo dei tre ritratti che scandiscono cronologicamente la figura del Santo, dalla giovinezza all'età avanzata. Vi sono poi esposte le riproduzioni delle quattro statuine lignee rappresentanti i momenti della Passione di Cristo, un prezioso Gesù bambino nella culla, un presepe in ceramica di Capodimonte, alcuni libri e il clavicembalo con il quale S. Alfonso compose numerose canzoni spirituali, tra queste il celebre canto natalizio  "Tu scendi dalle stelle".
La seconda sala documenta le attitudini pittoriche del Santo, il quale fu allievo di F. Solimena. Qui troviamo il delicato ovale raffigurante la Vergine con il capo coronato da dodici stelle nato dalla collaborazione tra il de Majo e il Santo, un Gesù Redentore e un Gesù Crocifisso, e il soffitto dipinto con al centro S. Pietro.
La terza sala espone i libri più importanti e significativi scritti dal Santo, primo fra tutti
la Theologia Moralis, il suo capolavoro ancora oggi basilare per gli studi di teologia morale. Troviamo poi una sedia a due ruote, una maschera di cera che riproduce il calco del volto del santo nel momento in cui spirò, e il soffitto dipinto con al centro Cristo Redentore.
Infine, al piano superiore, una stanzetta e una cappellina privata costituiscono gli ambienti spogli abitati dal Santo fino alla morte e da lui preferiti alle ampie e sontuose sale preparategli dai Redentoristi. Nella stanzetta troviamo cinque dipinti ormai evanescenti raffiguranti i momenti salienti della Passione di Cristo e altri due raffiguranti la Madonna del Buon Consiglio e l'Addolorata. Nella cappellina spicca un grande crocifisso, un altare ligneo con un piccolo ovale raffigurante la Madonna dello Spirito Santo, un inginocchiatoio e una poltrona, e sulla parete il suo disegno raffigurante il corpo umano in putrefazione.
Anna Giordano

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