L’Abbazia nel Querceto,
(Abtei in Eichwold), è un’opera realizzata da Caspar David Friedrich; dalle dimensioni di 110,4 x 171 cm,
realizzato con la tecnica dell’olio su tela, nel Giugno del 1809 dopo un
soggiorno a Rügen.
Il quadro non ha subito
particolari restauri nel tempo; in un primo momento, dopo l’esposizione insieme
all’altra opera realizzata in contemporanea da Friedrich: “Il Monaco in riva al mare”, le due opere furono acquistate da Federico Guglielmo III per la sua
collezione; mentre oggi le opere sono esposte all’Alte Nationalgalerie di Berlino.
L’Abbazia nel Querceto,
raffigura una processione di monaci, che si dirige verso le rovine di un’antica
chiesa gotica, si nota in primo piano una fossa scavata, probabilmente
realizzata per seppellire un confratello.
Mentre la parte inferiore dell’opera è immersa
nelle tenebre, la parte superiore è illuminata dal tramonto del sole; dal punto
di vista stilistico, abbiamo la presenza di una contrapposizione di colori,
possiamo quindi dividere il dipinto in due parti: quella superiore e quella
inferiore; nella parte inferiore troviamo un querceto; con al centro una
vecchia abbazia diroccata e un piccolo cimitero avvolto nella nebbia, che non
permette di vedere altro, se non questi pochi elementi, donando un senso di
inquietudine; la quercia con la sua forma aspra e bizzarra è un elemento
negativo, simbolo della concezione pagana della vita e della presenza della
morte, c’è anche una tomba aperta tra le altre, in enfasi del fatto che
l’esistenza terrena è solo un viaggio, è, infatti, presente una predominanza di
colori scuri, come il nero, il verde e
il marrone, questi elementi simboleggiano la morte, cosa inusuale per Friedrich
che invece è solito rappresentare la vita.
Nella parte superiore
troviamo appunto questo contrasto con i colori della parte inferiore,
siccome Friedrich inizia ad utilizzare
colori molto più chiari ma comunque malinconici, l’elemento centrale nella
parte superiore è la falce di luna in fase crescente, usata come simbolo di
rigenerazione; ma non è la luce della luna che irradia il paesaggio, bensì c’è
la presenza di una luce innaturale, quasi divina, la cui fonte rimane ignota;
possiamo quindi riassumere che alle tenebre della terra si contrappone la candida
luce di un cielo albeggiante, palese richiamo all’aldilà cristiano.
I ruderi sono stati
identificati con quelli della chiesa conventuale di Eldena, seppur notevolmente
modificati; simboleggiano sia il sentimento religioso di un’opera Medioevale
lontana ormai tramontata, sia la speranza di una nuova era religiosa e
politica.
Secondo le fonti, si tratta
di un’opera religiosa: per la presenza della chiesa, dei monaci in processione,
della terra consacrata e per la profonda riflessione sulla morte fatta
dall’artista, tema molto caro allo spirito romantico dell’epoca; il contesto
storico, più che negli altri casi, gioca un ruolo fondamentale: il Congresso di
Vienna aveva appena cancellato le conquiste della Rivoluzione Francese e aveva
ristabilito un ordine aristocratico rispetto alla mentalità dell’epoca.
Caspar David Friedrich, è
considerato il più grande esponente della pittura Romantica in Germania, è in
generale la figura che più incarna i canoni dell’arte Romantica.
Lo scopo dell’opera era
quello di far capire che la vita è solo un passaggio per l’aldilà.
Caspar David Friedrich
(Greisfwold 5 Settembre 1774- Dresda 7 Maggio 1840), è stato un pittore Tedesco
esponente dell’arte romantica, basava la sua pittura su un’attenta osservanza
di paesaggi della Germania e dei suoi effetti di luce, permeandoli in scenari
romantici; egli considerava il paesaggio naturale come opera divina.
Friedrich fu introdotto all’esercizio
della pittura nel 1790 sotto la guida di Johann
Gottfried Quistorp, che era solito portare i propri studenti all’ aperto,
di conseguenza Friedrich fu incoraggiato
a prendere ispirazione dalla natura. Tramite Quistorp, Friedrich strinse varie amicizie, tra cui il teologo Ludwig Gotthard Kosegarten, egli, gli
insegnò che la natura era una manifestazione di Dio.
Una volta passati di moda
gli ideali romantici, iniziò ad essere considerato come una figura tanto
eccentrica quanto malinconica, infatti, gradualmente i suoi committenti
sparirono; nel 1820, viveva come un recluso e era descritto come un solitario.
Nei suoi ultimi anni aveva
una situazione finanziaria tragica e viveva esclusivamente di elemosine.
Nel Giugno del 1835 si
ammala, egli stesso riferisce per il troppo lavoro. A testimoniare questo
periodo di sofferenza del pittore, sono le opere nelle quali appaiono elementi
mortiferi.
Il 26 Giugno 1835 è colpito
da un infarto; decise di andare a curarsi a Tepliz. Inizialmente Friedrich ebbe
un miglioramento che gli diede la fiducia necessaria per lavorare ancora bene;
ciononostante; la ripresa si dimostrò essere di breve durata: la malattia lo
lasciò debole e depresso.
Morì il 7 Maggio 1840 e fu
sepolto nel cimitero della Trinità di Dresda.
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