venerdì 6 maggio 2016

A tu per tu con l’opera d’arte: Peppe Esposito e Il Bagno Turco di Ingrès

"Talento avaro, crudele, collerico, sofferente, straordinario miscuglio di qualità in contrasto": così ci descrive Ingres il poeta francese Charles Baudelaire nel 1848.
Il Bagno Turco (Le Bain Turc) è un dipinto del diametro di 108 cm del pittore Jean-Auguste-Dominique Ingrès, probabilmente fra i più noti dell’artista, realizzato nel 1862 usando la tecnica dell’olio su tela, trasportato su tavola. Attualmente l’opera è visibile al museo del Louvre di Parigi.
Definito uno dei dipinti più intensamente personali di Ingrès, nonché una sintesi di tutte le esperienze che l’autore aveva fatto a cominciare da sessant’anni prima della realizzazione del bagno turco; infatti, numerosi disegni provano che le figure sono state studiate singolarmente e nelle reciproche, mutevoli relazioni. L’opera era originariamente rettangolare, solo nel 1863 lo stesso Ingrès la convertì in un tondo. La scelta di convertire l’opera è una sorta di omaggio a Raffello, quest’ultimo, infatti, è uno degli artisti che riuscirono a dare al tondo la sua disposizione più completa e più perfetta. I tondi di Raffaello che possono fare da esempio sono la “Madonna della Seggiola” e la “Madonna d’Alba”. Tuttavia la scelta della forma circolare da parte di Ingrès, rileva anche la ricerca dell’Arabesco e della sinuosità.
Con questo dipinto Ingrès vuole evidenziare l’ironia del ritrarre un soggetto nudo ed erotico alla sua età, inserendo un’iscrizione nell’opera che recita AETATIS LXXII, scritta che significa “a ottantadue anni”. Peraltro nel 1867, quando oramai l’artista aveva ottantasette anni, disse che possedeva ancora il fuoco di un uomo di trent’anni. L’opera non fu realizzata grazie a modelle in posa, bensì prendendo spunto da vari dipinti prodotti durante la sua carriera, come la figura della “Bagnante di Valpiçon” (raffigurata nella parte centrale del dipinto) e della “Grande Odalisca”. Ingrès dipinse il bagno turco sotto l’influenza delle parole scritte da Lady Mary Wartley Montagu, ambasciatrice di Inghilterra in Turchia. La signora, infatti, scrisse nelle sue lettere le impressioni che ebbe dopo aver visitato i bagni turchi di Costantinopoli. Ingrès riportò fedelmente le parole scritte dall’ambasciatrice nel dipinto, facendo attenzione a non tralasciare niente.
Attraverso l’opera, possiamo capire che Ingrès affronta i temi del Romanticismo sempre con gusto Neoclassico. Nonostante tutto, a differenza di Delacroix che visitò un harem in Algeria di persona, Ingres non fu mai né in Africa né in Medio Oriente, e le cortigiane che ritrae hanno sembianze europee o caucasiche: il tema orientale era per lui piuttosto un pretesto per ritrarre donne nude in un ambiente sensuale e lascivo, mentre gli elementi esotici sono sporadici e approssimativi. Egli dipinse in secondo piano le signore che si abbandonavano sui tappeti, mentre in primissimo piano mette una ragazza di spalle con un turbante che suona uno strumento a corda. Alla sua destra c’è l’ambasciatrice bionda con le braccia conserte, quasi a simboleggiare il suo imbarazzo fra tanta nudità, mentre la serva le acconcia la chioma con delicatezza. Ingrès modificò più volte questo dipinto prima di considerarlo terminato. Quest’opera era stata commissionata al pittore da Napoleone III, ma non piacque a sua moglie e quindi la restituì al mittente. Dieci anni dopo l’opera fu venduta all’ambasciatore turco di Parigi. Il bagno turco è un dipinto molto diverso da quelli visti in Europa fino allora, infatti, è elegante e molto raffinato. Le opere migliori di Ingrès sono dipinti come questi, proprio perché l’artista è un profondo conoscitore del nudo femminile. Questo grande pittore è nato nel 1780, è accostato al movimento Francese del romanticismo, anche se questa espressione suscita molti dubbi e perplessità. Ingrès si ribellò alla teoria del “bello ideale”, ma non intraprese la via seguita dal suo mai amato avversario Delacroix; e se in gioventù fu effettivamente affiancato al Romanticismo, l’età matura lo legò al Classicismo, proprio come Ugo Foscolo in letteratura.
 Formatosi accanto a David, Ingrès ottiene un primo riconoscimento con il Prix de Rome, e in seguito suscita dibattiti sul suo modo di dipingere appiattendo i volumi e spesso utilizzando le linee. Dopo un periodo a Villa Medici tornò a Parigi e partecipò al Salon del 1824, ottenendo poi la carica di direttore dell’Accademia di Francia a Roma. Jean-Auguste-Dominique Ingrès tornò a Parigi e nel 1867 morì.
Con il bagno turco Ingrès non voleva fare un ritratto, infatti, i volti delle donne non si vedono mai e non si incrociano l’una con l’altra. Intento e mezzi sono diversi da quelli Neoclassici, ma le bagnanti di Ingrès vivono del loro isolamento, del loro essere tutte e nessuna, di essere sol creature vagheggiate con la forza dell’amore.

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