lunedì 2 maggio 2016

A tu per tu con l’opera d'arte: Claudia Donnarumma e Napoleone I sul trono imperiale di Ingres


L’autore dell’opera Napoleone I sul trono imperiale è Jean Auguste Dominique Ingres. Il quadro misura 260X163 cm e per realizzarla fu usata la tecnica dell’olio su tela, nel 1806.

È probabile, che nel 1879 quest’opera abbia subito dei restauri e solo l’intervento eseguito nella seconda metà del Novecento ridiede al dipinto il suo valore originale.
L’opera, tutt’oggi, è situata al Museo delle Armi a Parigi; fu un’opera di propaganda politica fatta per celebrare l’imperatore dei francesi. Infatti, l’imperatore è raffigurato con lo scettro di Carlo IV e la “mano di giustizia” (un bastone sormontato da una piccola mano d’oro in atto di giudicare), che sono ora custoditi al museo del Louvre a Parigi; essa fu commissionata per la sede del corpo legislativo che costituisce il procedimento formale che porta all’approvazione di una legge.
Quando l’opera fu esportata al “Salon”, un’esposizione periodica di pittura e scultura che si svolge al museo del Louvre di Parigi, ricevette giudizi negativi dai contemporanei, che la consideravano gotica. L’opera raffigurava Napoleone nel giorno della sua incoronazione a imperatore; egli indossava una tunica di raso bianco, ricamata in oro e bordata da una frangia, sopra di cui portava un mantello in velluto porpora con ricami in oro; sul collo di pelliccia spiccava il collare del Gran Maestro della Legion d’Onore.
Ai piedi, Napoleone, indossava un paio di scarpe ricamate in oro; sulla testa appariva un diadema dorato con foglie di alloro, questa caratteristica era un evidente riferimento agli imperatori dell’antica Roma. Al di sotto del trono c’era un tappeto che raffigurava il simbolo imperiale dell’Aquila, mentre sullo sfondo si potevano notare due stemmi del regno d’Italia.
Napoleone mostrava orgoglioso i doni, che erano simboli del potere, indossati dai re di Francia; nella mano destra egli impugnava lo scettro con la statuetta di Carlo Magno, nella mano sinistra impugnava la giustizia e sul suo fianco sinistro pendeva la spada ispirata a Carlo Magno.
Il ritratto, si dice, che rappresentasse il simbolo della leggenda napoleonica: Napoleone era mostrato, infatti, nelle vesti di Giove olimpico. L’opera, inoltre, si riferisce anche ad antiche stampe dei re francesi.
Ingres fu un pittore francese e fu considerato uno dei maggiori esponenti della pittura neoclassica. Egli nacque a Montauban e nella sua gioventù fu anche un violinista. Da questa seconda attività nacque in Francia “violin d’Ingres” (violino di Ingres) che indicava una sua passione.
Nel 1796 Ingres si recò a Parigi dove qui sviluppò armonie sull’uso dei colori; egli divenne molto famoso tanto da dipingere anche il ritratto di Napoleone Bonaparte. Nonostante il successo che ebbe con le opere italiane, in Francia i suoi dipinti non furono apprezzati allo stesso modo. Nel 1813 si sposò con Madeleine Chapelle.
Nel 1814 dipinse per Carolina Bonaparte, “la grande odalisca”, e grazie a quest’opera riuscì finalmente ad avere successo anche in Francia. Questo suo grande successo continuò a crescere anche con le opere di ispirazione classica; Ingres tornò a Parigi nel 1841, dove ricevette importanti commissioni per tutte le vetrate della Cappella del Notre Dame dove nel 1849 si dimise da quest’incarico, a causa della morte di sua moglie. Nel 1852, rimasto vedovo, si risposò con Delphine Ramel. Il 14 gennaio 1867, all’età di ottantasei anni, Ingres morì e fu seppellito nel cimitero di Parigi.

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