martedì 3 maggio 2016

La «scuola di Barbizon» di Enrico Staiano



La scuola di Barbizon è il termine con il quale si identifica un gruppo di pittori paesaggisti, attivi in un periodo compreso tra il 1830 e il 1870 a Barbizon in Francia.
Barbizon è un piccolo paese situato a sud di Parigi nei margini della foresta di Fontainebleau dove si riunivano pittori diversi per stile, spinti però dall'interesse comune di riscoprire la purezza della natura, vivendo in luoghi incontaminati.
Anche se si è soliti chiamarla così, non fu mai una scuola vera e propria ma piuttosto un gruppo di artisti legati dallo stesso desiderio di dipingere paesaggi naturalistici.
La scuola di Barbizon ha raccolto artisti realisti con tendenze romantiche.
Per gli artisti di Barbizon il ritiro nella natura incontaminata era una fuga da una civiltà nuova che li atterriva: meccanizzazione dell'uomo, nascente gigantismo delle città.
A Barbizon nacque il concetto di "studio dal vero", legato soprattutto all'esperienza sul campo.
All'alba del XIX secolo pittori come Georges Michel (1763-1843) , Valenciennes (1750-1819) o Michallon (1796-1822) si esercitavano a dipingere dal vero, comprendendo la necessità d'un ritorno alla natura. Il "paesaggio ideale" francese erede di Lorrain e di Poussin prevaleva a quel tempo nella tradizione del paesaggio storico. Si dovette giungere alla rivoluzione del 1830 perché il "paesaggio dal vero" acquisisse piena notorietà: esso venne da allora sostenuto dal nuovo regime, i cui promotori erano per la maggior parte orlèanisti. Questo avvento d'uno spirito anticlassico fu sostenuto dalla crescente influenza della scuola inglese.
Tra gli artisti che maggiormente influenzarono i Barbisoniers, un ruolo fondamentale spetta all'inglese John Constable  (1776 – 1837), il quale nell'esposizione al Salone di Parigi nel 1824, si distinse per la raffigurazione di un paesaggio di scene rurali, non come sfondo, ma fine a se stesso.  Dal 1828 le idee di John Constable ebbero un grande seguito presso gli artisti del piccolo villaggio francese.

Jean-François Millet  ( 1814 – 1875)  fu il primo artista proveniente dalla scuola di Barbizon ad introdurre nel paesaggismo la raffigurazione di personaggi d'umile estrazione.
Le scene rurali di Millet non sono né aneddoti né manifestazioni sociali: glorificano i gesti nobili e primitivi dei lavoratori dei campi e delle madri di famiglia.
Gli artisti che in breve tempo divennero i capofila della scuola furono: Jean-Baptiste Camille Corot, Théodore Rousseau e Charles François Daubigny.

Théodore Rousseau   (1812 – 1867)  fu uno dei pionieri del paesaggio moderno e fu anche uno dei massimi difensori del Romanticismo pittorico.
Il pittore realizzava spesso i suoi dipinti da posizioni elevate e tale inquadratura panoramica gli consentiva di dipingere la trasparenza dell'aria e le vibrazioni dell'atmosfera in lontananza.

Charles-François Daubigny (1817 – 1878)   visse nel suo battello, il Bottin, dove stette a contatto diretto con la natura e dipinse moltissimi scorci della Senna e dell'Oise. Tra questi è il bellissimo Un angolo di Normandia immerso in una luce sognante e trasparente, il cui tono lirico e nostalgico ha ormai raggiunto uno spessore di assoluta modernità. Emerge invece il taglio sperimentale in Il villaggio di Prtevoz del 1852 al Metropolitan Museum of Art di New York, splendido scorcio di poche case di una borgata a est di Lione, rese nella loro calda semplicità, fatta di volumi netti e stagliati geometricamente in una luce bassa e grigia, ma ricca di intimità.
Il paesaggio-stato d’animo di matrice romantica che condiziona gli esordi della scuola di Barbizon tende via via a scomparire: se il lirismo di Rousseau e di Daubigny riflette i loro temperamenti, è comunque il mondo esterno che fa da protagonista, esaltato ora nella sua forza, ora nella consistenza materica della terra, ora nell’atmosfera avvolgente di scorci qualunque. La pittura realista e naturalista di Daubigny è catalogata come precorritrice dell'Impressionismo.

Camille Corot  (1796 – 1875)  nonostante sia considerato uno dei rappresentanti della scuola di Barbizon, se ne differenzia per un diverso atteggiamento nei confronti della società e della natura.
Tra gli altri esponenti si ricordano ancora Louis Auguste Lapito e Jules Duprè.

Louis-Auguste Lapito (1803 – 1874) fu un paesaggista dall’attività così frenetica da realizzare oltre duemila quadri: il suo Paesaggio di Fontainebleau del 1830 contiene già i presupposti luministici della pittura en plein air.

Jules Duprè  (1811 – 1889) iniziò a dipingere paesaggi secondo lo stile accademico stilizzato, ma dopo gli insegnamenti di Theodore Rousseau trasformò la sua pittura, impostandola sugli effetti di accostamento delle masse tonali. In tarda età Jules Duprè modificò il suo stile, cercando maggiore semplicità nelle armonie dei colori.
Gli altri Barbisonniers furono: il manierato e brillante Narcisse Virgilio Díaz de la Peña  (1807 – 1876),  Caruelle d’Aligny  (1798 – 1871),  Jules Jacques Veyrassat  (1828 – 1893),  Félix Ziem  (1821 – 1911) ,  Constant Troyon R. Mason,  Albert Charpin (1842 – 1924),  Charles Olivier de Penne   (1831 – 1897) ,  Alexandre DeFaux  (1826–1900),  Ferdinand Chaigneau (1830 –  1906),  François Français ( 1768– 1810)  e, marginalmente, lo svizzero Karl Bodmer   ( 1809 –  1893).
Questi artisti sono accomunati dall'uso di una gamma cromatica molto esigua con preferenza per i neri e per i bruni e da uno scarso interesse per la luce e per i suoi effetti sul colore.
La più grande esposizione che si ricorda fu quella del 1848, l'Esposizione Universale di Parigi, dove Paul Durand-Ruel espose circa trecento paesaggi degli artisti della Scuola di Barbizon.
Paul Durand-Ruel  ( 1831 – 1922)  è stato un imprenditore francese.
Fu tra i più fervidi sostenitori dei pittori impressionisti come  Monet,  Renoir,  Pissarro, Moret e Sisley. Aprì una galleria d'arte a Parigi  (16 rue Laffitte)  e Londra.
I Barbisoniers si disperdevano verso i luoghi che li hanno resi celebri, scoscesi e selvaggi come le alture del Jean-de-Paris, le gole di Apremont, la landa di Arbonne, la spianata di Belle-Croix, o folti come il Bas-Bréau; o ancora dirigendosi verso le pianure fertili ed uniformi di Chailly e di Macherin. Finita la giornata si riunivano, in cerca di reciproci incoraggiamenti e consigli. Nacque, verso il 1850, l'abitudine di ritrovarsi ogni sabato nel granaio di Théodore Rousseau.
Molti artisti in un primo momento presero allogio all’”Auberge Ganne”-lo stesso edificio in cui si trova oggi il museo della scuola di Barbizon-, locanda aperta nel 1824 che consente loro con una modica spesa di risiedere nei pressi della foresta.
La compagnia di pittori aveva come sede il modestissimo e spartano alberghetto di Père Ganne, situato nella natura incontaminata.
Così gli artisti scrutavano i campi, le foreste, le paludi, con un'analisi attenta dei contrasti luce e delle articolazioni delle foglie.
Gli artisti di Barbizon furono fortemente influenzati dai paesaggisti inglesi, nonostante uno studio attento della natura era già stato fatto in precedenza dai pittori fiamminghi del XVII secolo.
Le esperienze dei Barbisoniers furono determinanti per l'origine dell'Impressionismo.
Questi pittori scoprirono che giustapponendo i piccoli tratteggi di colore puro accrescevano l'intensità luminoso della propria tavolozza, schiarendola.
Il realismo dei pittori di Barbizon vuol significare, attraverso la riproduzione di una realtà non adulterata né abbellita, l'acquisizione di una coscienza morale dei problemi sociali dell'epoca, il coraggio di un' obiettività di analisi che non mascheri la realtà, per quanto brutta e sgradevole, ma la rappresenti nella sua crudezza oggettiva, perché tutti ne prendano coscienza.
Ai primi del Novecento, l'influenza della scuola di Barbizon, giunse anche in America, dove diede origine alla scuola americana di Barbizon i cui massimi esponenti furono Thomas Eakins   (1844 – 1916),  Childe Hassam   ( 1859 –  1935), Winslow Homer  ( 1836 – 1910), Wilson Irvine  (1869 – 1936),  George Inness   1825 – 1894) e Henry Tanner (1859 –1937).
La scuola di Barbizon ha avuto anche un ruolo storico nel campo della protezione e conservazione della natura, ottenendo la creazione della "Riserva artistica della selva di Fontainebleau" voluta espressamente dai pittori di Barbizon, per preservarla da un incombente progetto di disboscamento.

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