Osias
Beert il Vecchio (1580 – 1623) era rimasto un pittore praticamente
sconosciuto per secoli prima di uscire dall'oblio nel 1938, quando il genere
della natura morta godette di un rinnovato interesse, diventando molto
ricercata da amanti dell'Arte e da collezionisti.
Come Georg Flegel in Germania, Osias Beert oggi appare come una figura di spicco
agli albori della pittura di nature morte nelle Fiandre.
All'inizio
del Seicento insieme a Jan Brueghel il Vecchio (1568 – 1625), che
dal 1596 si era stabilito ad Anversa, era diventato il più importante
pittore di nature morte della città.
Si sa
poco dei suoi primi anni: forse nativo di Anversa o forse di
Courtrai, intorno al 1580 la sua famiglia si stabilì ad Anversa e, dal 1592 al
1596, Osias studiò con un pittore poco noto tale Andries van Baesrode (1574
–1641), talvolta scritto Andris van Baseroo, che lavorava in città.
Allievo di Osias Beert il Vecchio fu invece sicuramente Frans Ykens (1601 - 1693), nipote di sua moglie Margriet.
Non si sa come Beert abbia sviluppato la sua padronanza in ben due sottogeneri della natura morta, sebbene i suoi interessi potrebbero essersi sviluppati sotto la guida del suo presunto maestro, il già citato artista di cui si conosce solo il nome.
È probabile invece che lo abbiano ispirato le innovazioni stilistiche e compositive di Jan Brueghel il Vecchio ad Anversa, così come quelle di Georg Flegel (1566 – 1638) a Francoforte e di Ambrosius Bosschaert il Vecchio (1573 – 1621) a Middelburg, tre pittori di poco maggiori di lui.
Beert non svolgeva solo la professione di pittore, ma commerciava anche in sughero e il fatto che avesse una seconda attività suggerisce che dal suo lavoro artistico non guadagnasse sufficientemente: viveva infatti in una zona modesta di Anversa lo Schipperskwartier cioè il quartiere degli spedizionieri e si sa che dopo la sua morte, la sua vedova dovette vendere i mobili e i dipinti del marito per pagare un debito contratto con il pittore e mercante d'arte di Anversa David Rijckaert II (1586 – 1642), che aveva prestato loro dei soldi per aprire la loro attività e che, per la verità, non se la passava tanto bene neanche lui. Al di là delle sue non floride attività di mercante d’arte, David Rijckaert II è anche lui un pittore interessante, che come Beert contribuì allo sviluppo iniziale delle nature morte, attraverso la sua delicata interpretazione di banchetti e di nature morte si tipo pronk cioè sontuose.
Beert era anche membro di una delle locali Camere di retorica, circoli i cui soci erano strettamente legati ai leader cittadini locali e le loro opere pubbliche erano una delle prime forme di pubbliche relazioni per la città. Questo suggerisce che Beert fosse impegnato anche in attività intellettuali altre rispetto alla pittura.
Si ritiene che il pittore sia morto ad Anversa alla fine del 1623.
Raramente firmò o monogrammò le sue opere e non le datò mai.
Oggi si conosce poco più di una dozzina di nature morte firmate o monogrammate da lui e il totale noto superstite di opere da attribuirgli con alto margine di certezza sembra che non superi la cinquantina.
Allo stato degli studi, Beert è conosciuto principalmente come pittore di fiori e di colazioni, due sottogeneri in cui svolse un ruolo pionieristico e fu uno degli artisti più influenti della prima generazione di pittori di nature morte nelle Fiandre: circa la metà delle opere di questo maestro, contemporaneo di Jan Brueghel il Vecchio e di Ambrosius Bosschaert il Vecchio, consiste in raffigurazioni di fiori, compresi i sontuosi bouquet floreali, spesso esposti nei costosi vasi di porcellana cinese Wan Li.L'altra metà sono nature morte che mostrano frutta, ostriche e altri generi alimentari, spesso in contenitori piuttosto costosi un sottogenere nel cui sviluppo fu un pioniere: si tratta dell’ontbijt cioè colazione, uno spuntino di metà giornata, che si diffuse molto nell'arte del Nord Europa e che raffigurava sui piani dei tavoli delizie culinarie dei giorni di festa, particolarmente pieni di delizie gastronomiche come quelle che si vedono nel dipinto Piatti con ostriche, frutta e vino.
Sebbene la mancanza di datazione abbia reso difficoltosa la cronologia della sua opera, l'analisi stilistica ha tuttavia consentito una successione al momento alquanto attendibile.
Le opere con un punto di vista rialzato e con poca sovrapposizione di oggetti sono considerate precedenti rispetto a quelle con un punto di vista più ribassato e con una disposizione più compatta degli oggetti: queste ultime hanno anche una migliore coerenza spaziale.
Si conoscono solo quattro opere firmate da lui e da queste è stato possibile attribuirgliene altre quattro nell’importante e moderno Museo di Grenoble.
Siccome la conoscenza della prima fase della natura morta fiamminga è ancora frammentaria e nebulosa, c'è stata la tendenza ad attribuire troppe opere a Beert: mentre alcune di esse riferite a lui sono probabilmente di suoi allievi altre invece, attribuite in passato al figlio, furono probabilmente dipinte dal padre.
Osias Beert dipingeva spesso su pannelli di quercia, usando una tecnica di pittura molto particolare: utilizzava infatti più strati sovrapposti di olio molto fluido così da ottenere una maggiore trasparenza e una più ampia varietà di colori, tuttavia eseguì anche alcune opere su rame di cui tre portano il marchio di Pieter Stas, un pannellista noto all'epoca e le date 1607, 1608 e 1609.
Beert
ebbe il merito di specializzarsi nel campo della natura morta quando la
produzione di opere di questo genere era ancora minore ed era realizzata in
forma anonima e questo è uno dei motivi di nebulosità delle origini di questo
genere.
Nella
sua tavolozza cromatica, i colori della terra sono spesso predominanti,
bilanciati da blu e grigi freddi e rafforzati da accenti di rosso, di giallo e
di verde brillante. Le sue raffigurazioni di fiori, per la natura stessa del
loro soggetto, mostrano più variegature ed otteneva la luminosità e il
dettaglio sottile mediante l'uso di smalti su un fondo chiaro, mentre i
dettagli erano spesso resi con sottili accenti lineari, ma purtroppo alcune
opere hanno perso la loro qualità originale a causa della perdita degli strati
più superficiali di smalto.
Osias
Beert ripeteva spesso motivi nelle sue nature morte e occasionalmente ripeteva
parti più grandi della stessa composizione.
I
piatti di porcellana cinese Wan li con frutta sono una caratteristica
ricorrente nelle nature morte di questo tipo. Tale porcellana fu importata
dalle compagnie commerciali dell'India orientale e prese il nome popolare di
porcellana Kraak – un termine usato ancora oggi a livello
internazionale – dai primi esemplari presi da una nave mercantile portoghese
catturata, di un tipo chiamato caracca. A quel tempo, all'inizio
del Seicento, questi piatti erano una rarità ancora molto costosa ed è
presumibile che siano stati realizzati dal maestro in base a un decoro che
aveva visto.
I suoi dipinti di colazioni, rappresentano la scena da un punto di vista elevato con una prospettiva forzata, una tecnica presente solitamente nelle prime nature morte fiamminghe e olandesi. Le sue composizioni mostrano spesso raggruppamenti concentrati di elementi disposti in maniera ben equilibrata. Il suo stile, quasi geometrico, mostra la tipica attenzione fiamminga per i dettagli e, nello stesso tempo, obiettività e un forte senso di plasticità.
Osias immerge le sue nature morte in una luce uniforme e diffusa: un esempio è la Natura morta con fragole ciliegie in ciotole cinesi della Gemäldegalerie di Berlino, che mostra un banchetto su un piano leggermente inclinato, in modo tale che tutti gli oggetti che vi sono disposti possano essere visti senza alcuna sovrapposizione. Il dipinto rappresenta l'ultima portata di un banchetto da otto a nove portate, mentre la libellula e la farfalla che svolazzano hanno un significato simbolico e rappresentano la lotta tra il bene e il male.
Le nature morte di Beert non sembrano tuttavia abbondare di simbolismo, anche se i suoi contemporanei potrebbero averne letto qualcuno. Il pane e il vino, ad esempio, potrebbero essere stati visti come riferiti all'Eucaristia. Soprattutto, però, questa sembrerebbe un'immagine del lusso: il lusso donato da Dio, da godere con modestia. Per quanto il contenuto dei piatti offra una festa al loro proprietario, l'immagine che Beert ne ha – senza dubbio intenzionalmente – una gioia per gli occhi.
Beert era noto per i suoi dipinti di ostriche e di prodotti dolciari esposti con ordine sui tavoli insieme a preziosi bicchieri da vino e porcellane cinesi ed era impareggiabile nella sua capacità di rappresentare le ostriche con giochi di luce sulla carne soda, perlacea e con l'umidità che distingue l’ostrica dalla superficie dura dell'interno della conchiglia.
Un buon esempio di questo è la Natura morta con ostriche della National Gallery of Art di Washington, che mostra ostriche su un piatto insieme a oggetti preziosi su un tavolo che si estende su entrambi i lati fuori dalla tela su uno sfondo scuro.
Le sue nature morte floreali, che spesso mostrano un vaso di fiori in una nicchia poco profonda o un cesto pieno di fiori, come è visibile nel Cesto di fiori al Museum of Fine Arts di Houston, ricordano le opere di Ambrosius Bosschaert.
Nei dipinti floreali ogni fiore è esposto al culmine della sua fioritura e con ricchezza di dettagli. I fiori raffigurati nello stesso bouquet sbocciavano spesso in stagioni diverse e in realtà non avrebbero mai potuto essere raffigurati nello stesso vaso, ma questo al di là dell’aspetto poco realistico vuole simboleggiare l’avvicendarsi delle stagioni e quindi la natura transitoria dell'esistenza terrena dell'uomo. Un esempio è il Bouquet in una nicchia della Rockox House di Anversa.
Beert
collaborò anche con Pieter Paul Rubens (1577 – 1640) ad almeno un
dipinto, Pausias e Glycera oggi
al John and Mable Ringling Museum of Art [16] di Sarasota in Florida in cui realizzò
tutto l’apparato floreale.
Beert
formò diversi allievi, di cui solo Frans Ykens sembra essere diventato come lui
un pittore di nature morte. Ad Anversa fu un artista molto stimato, come
testimoniano numerose copie ed imitazioni della sua opera, più o meno
contemporanee.
L’importanza
di Beert è dovuta, oltre che alla raffinatezza della sua arte, all’influenza
che esercitò su suo nipote Frans e su e Paulus
Pontius (1603 – 1658) che furono suoi allievi, e alla scia che
lasciò dietro di sé con altri artisti di Anversa, come Jacob Foppens van
Es (1596 circa – 1666) e Jacob
van Hulsdonck (1582 – 1647). Alcuni studiosi ipotizzano un probabile discepolato anche
di Clara Peeters (1589 circa - 1636) presso di lui.
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