lunedì 2 maggio 2016

A tu per tu con l’opera d’arte: Anna Cavallaro e L’altalena di Fragonard


L’altalena è un’opera di Honoré Fragonard. L’opera è stata realizzata con la tecnica olio su tela e misura 81x 64 cm.
L’opera è conservata a Londra e fa parte della Wallace Collection. Il quadro raffigura una donna molto elegante che indossa un cappellino. L’amante è semi sdraiato a terra in modo da poter sbirciare tra le gonne della donna e infine il marito seduto su una panca nell’ombra, sorride in modo un po’ ebete perché credeva che il divertimento della moglie fosse dovuto all’altalena.

Il tutto è posto in un bosco: gli attrezzi del giardino, il contesto e gli elementi architettonici ci vogliono far capire che ci troviamo in una tenuta privata che si pensa sia villa d’Este a Tivoli.
Dal punto di vista stilistico il quadro è ricco di sfumature ed è molto importante la luce, che sembra far vibrare ogni foglia che tocca e questo accade perché Fragonard adotta una tecnica basata sul contrasto tonale. Quindi c’è un alternarsi continuo di piccoli tocchi di colore che creano una sensazione di riflesso che dà vitalità all’immagine. Molto importante è l’incrocio delle due diagonali che sono presenti nel quadro: una è il fascio di luce che penetra nella fitta vegetazione, l’altra è quella creata dal movimento dell’altalena, che si prolunga in basso dov’è raffigurato l’uomo disteso.
Il quadro ha una composizione dinamica, in quanto le due diagonali sono immateriali siccome sono la luce ed il movimento. Tutto ciò arricchisce l’immagine di una spazialità che non è immediata perché sembra annullarsi nell’ombra creata dalla fitta vegetazione. Lo scopo di Fragonard non è quello di raccontare una storia, ma di rappresentare una sensazione. Secondo alcuni interpreti questo dipinto ha un significato allegorico poiché l’altalena potrebbe essere simbolo della mobilità della donna nell’amore, infatti non è un caso che le statue rappresentate siano quelle di Cupido e di due amorini che tengono un delfino, animale associato alla dea Venere simbolo della passione amorosa. Quindi nel dipinto c’è un erotismo sottinteso che incontra pienamente il gusto della nobiltà francese dell’epoca.
Secondo le fonti si tratta di un’opera profana; per la presenza dell’oscillazione dell’altalena, sia per la gonna rialzata della donna, sia per la presenza del cicisbeo che sbircia tra le gambe della fanciulla e per l’erotismo presente nella nobiltà francese.
In un primo momento quest’opera era stata commissionata dal barone di Saint-Julien al pittore Gabriel-François Doyen, il quale era un artista specializzato in scene storiche e religiose, che però rifiutò la commissione poiché non era conforme al suo modo di dipingere. Successivamente fu commissionato a Fragonard, il quale doveva rappresentare una giovane donna che si dondola, spinta da un uomo anziano che doveva essere il marito e lancia civettuolamente in aria la sua scarpina. La gonna rigonfia lascia intravedere le gambe e il giovane amante sdraiato contempla compiaciuto la scena.
Jean-Honoré Fragonard nacque a Grasse il 5 aprile 1732. Partecipò al Gran Prix di Pittura dell’Accademia con il dipinto “Geroboamo che sacrifica agli idoli”. Una delle opere eseguite in Francia fu “Cristo che lava i piedi agli apostoli”.
A Roma i giardini ispiravano Fragonard per le sue opere: templi, giardini, grotte, statue, fontane divennero teatro delle sue scene di vita. Restò a Roma per cinque anni e poi parti per Firenze, Bologna, e Venezia.
In un primo momento Fragonard dipingeva soggetti storici e religiosi ma inseguito egli decise di abbandonare questi temi per passare a una pittura leggera e maliziosa.
Fragonard lavorò a corte fino alla rivoluzione francese poi si rifugiò a Grasse.
Rientrato in Francia fu nominato Conservatore del Museo del Louvre. Morì depresso all’età di 74 anni.

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