La predicazione di Gesù[1],
durata circa tre anni, intorno al 30 fu di portata rivoluzionaria.
Il Vangelo, dal greco lieto annuncio, sovvertiva drasticamente
l’impostazione rigida della morale del tempo. Alla sua attività di annunciatore del regno di Dio, Gesù associò
un'intensa attività di guaritore e di esorcista: egli, infatti, con la sola
forza di una sua parola o con un gesto delle mani, guarì le più diverse
malattie e liberò gli indemoniati dal potere di Satana. Queste guarigioni di
ammalati e liberazioni di indemoniati accrebbero enormemente la popolarità di
Gesù, ma al tempo stesso suscitarono gelosia e preoccupazione nei capi
religiosi e politici del popolo d'Israele, in pratica, nelle classi sacerdotali
e dell'aristocrazia, appartenenti al partito dei sadducei, strenui avversari
dei farisei, ma loro
alleati nella lotta contro Gesù.
Non sappiamo con precisione quanto sia durata la vita pubblica di Gesù.
Secondo lo schema adottato dai Sinottici, l'attività di Gesù – predicazione in
Galilea, viaggio a Gerusalemme, attività in questa città conclusa con la
crocifissione – sarebbe durata da sei mesi a un anno. Lo schema dei Sinottici è
tuttavia chiaramente artificiale. Perciò è più attendibile storicamente il
Vangelo di Giovanni, secondo il quale Gesù sarebbe stato a Gerusalemme per tre
Pasque successive: ciò significa che la sua vita pubblica è durata da due anni
a due anni e mezzo.
In questo modo, Gesù si trovò di fronte una
doppia serie di avversari: da una parte, i sacerdoti e gli anziani del popolo,
di tendenza sadducea e dall'altra, i dottori della Legge (gli scribi), di
tendenza farisaica. Il contrasto non fu dovuto soltanto alla gelosia per il
successo di Gesù presso il popolo; molto più profondamente fu dovuto al fatto
che, col suo insegnamento, Gesù sovvertì da cima a fondo la religione
tradizionale, quale si era venuta costituendo per opera dei sacerdoti e degli
scribi d'Israele e le cui istituzioni principali erano la Torah e il Tempio. Di
fatto, lo scontro di Gesù con gli scribi-farisei
avvenne sulla Torah, mentre lo
scontro con i sacerdoti-sadducei
avviene sul Tempio. Questo
doppio scontro si finì con la morte di Gesù sulla croce.
Lo scontro sulla Torah avvenne,
anzitutto, a proposito del riposo
sabbatico che, per gli scribi-farisei era assoluto, mentre per Gesù riguardò
le necessità dell'uomo, perché il sabato
è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato: perciò Gesù guariva
anche di sabato e permetteva ai suoi discepoli, che avevano fame, di
raccogliere le spighe in quel giorno e mangiarle. Lo scontro avvenne, poi,
sulla purità rituale. Gesù
rigettava ogni formalismo nella ricerca e nella tutela della purità rituale,
dicendo ai farisei: «Voi farisei
purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di
rapina e di iniquità». Questo formalismo legalista era per lui ipocrisia.
Quello che valeva per Gesù era l'impegno per la purità interiore, del cuore,
per una religiosità non formalistica ma autentica e per un rapporto di
giustizia e di carità verso il prossimo.
Lo scontro sul Tempio avvenne
poiché questo, invece di essere un luogo di preghiera, era diventato un luogo
di mercato e una spelonca di ladri:
di qui il gesto audace e provocatorio della cacciata
dei mercanti dal Tempio, che decise la sorte di Gesù.
La predicazione di Gesù – che dunque minava le
basi della religione ebraica, come era vissuta dai sacerdoti-sudducei e dagli
scribi-farisei, e che perciò poneva Gesù fuori di essa – non poteva che
concludersi tragicamente.
Per
questo motivo fu osteggiato e infine condannato a morte e crocifisso. Gesù si
proclamò come il Messia atteso dagli ebrei e annunciato dai profeti nelle
Scritture, predicò una morale fondata sulla totale libertà dell’uomo, piuttosto
che sulla rigida osservanza di regole e precetti.
Massimo Capuozzo
[1] Gesù di
Nazareth – Il Gesù
storico è il
tentativo di ricostruzione della figura di Gesù
di Nazareth secondo i moderni
metodi storici, attraverso l'analisi critica dei testi antichi e il confronto
con il contesto storico e culturale del
tempo.
Nato a Nazareth negli anni 7-2 a.C., Gesù trascorse
la sua infanzia e giovinezza nei territori della Giudea, che all’epoca era una
provincia romana.
I vangeli ci hanno restituito
testimonianza precise e dettagliate della sua attività di predicatore,
esorcista e guaritore.
Secondo la religione cristiana Gesù è
l’incarnazione di Dio sulla Terra, il suo Figlio, il Messia mandato a salvare
gli uomini dal peccato.
I Vangeli raccontano la nascita di Gesù da
Maria e Giuseppe, in una specie di stalla. Per adorare il Figlio di Dio sceso
tra gli uomini, pare che siano arrivati a Betlemme alcuni regnanti da ogni
parte del mondo (l’ascesa dei Re Magi). I Vangeli focalizzano poi l’attenzione
sull’attività di predicazione di Gesù, che si svolge attraverso parabole,
discorsi e miracoli.
L’operato di Gesù provocò un grande
seguito tra la gente soprattutto fra i più poveri e diseredati. La sua breve
vita termina con la morte sulla croce sul monte Golgota. Le autorità ebraiche
riunite nel Sinedrio chiesero che Gesù
fosse crocifisso e la decisione finale spettò al prefetto romano Ponzio Pilato,
tra l’anno 26 e il 36.
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