Funerale a Ornans, o
Sepoltura a Ornans, è uno dei dipinti più celebri dell’artista francese Gustave
Courbet.
Courbet nacque a Ornans il
10 giugno 1819, in una famiglia di agricoltori e, ventenne, decise di
trasferirsi a Parigi nel 1839. Abbandona presto i suoi maestri preferendo lo
sviluppo di uno stile personale attraverso gli studi dei pittori spagnoli,
francesi e fiamminghi ed eseguendo le copie delle loro opere.
Col tempo egli rafforza la
convinzione che i pittori dovrebbero ritrarre la vita che sta intorno a loro.
Tuttavia i critici più
giovani cominciano ad acclamarlo e lodarlo già nel 1849 e inizia a diventare
abbastanza noto.
Il Funerale a Ornans è
considerato uno dei primi capolavori dello stile realista, è un’opera enorme,
misura m.3,1 x 6,6, si trova al Musée d’Orsay a Parigi e ritrae un rito che
fino ad allora non era mai stato visto su tela.
La struttura dell’opera si
presenta abbastanza semplice: la parte superiore, caratterizzata da sfumature
che vanno dal bianco al giallo ad un leggerissimo azzurro, è separata da quella
inferiore da un rude passaggio, dove è ritratto un folto gruppo di persone che
occupa l’intera superficie orizzontale.
I colori sono terrosi e le
pennellate pesanti e pastose mettono in evidenza i personaggi. La tecnica è
quella dell’olio su tela.
Questa è un’opera storica
poiché Courbet ha raffigurato senza falsità gli usi e i costumi della Francia,
in un paesaggio reale, esattamente quello che si vede nel cimitero di Ornans,
inaugurato nel 1848.
Courbet dipinge il funerale
di un uomo qualunque, quasi si fosse trovato a passare di lì per caso. Il
dipinto fu realizzato negli anni cruciali delle rivoluzioni in Europa.
L’artista realizzò una
trilogia che rappresentava: la borghesia, i contadini e gli operai. I tre
dipinti vanno visti come una trilogia della vita umile guardata con
partecipazione esistenziale, di un mondo contadino che avrebbe successivamente
fatto rabbrividire gli eleganti di Parigi quando li vedranno nei Salon.
Il tema principale è la
morte, tema che è reso soprattutto con l’uso dei colori cupi; il nero è il
colore dominante in assoluto, insieme con altre tinte spente su cui spiccano il
verde, il bianco e il rosso. Si gioca anche con il marrone e l’ora.
Il paesaggio è un luogo
desolato, immerso in un tramonto invernale, a cui fa da sfondo un cielo velato.
I personaggi sono
sovrapposti, senza profondità; si vedono visi bellissimi, soprattutto femminili,
solcati dalla fatica del vivere e del lavorare.
Courbet è conosciuto come il
leader del movimento realista, pittore di composizioni figurative, paesaggi
terreni e marini.
Il suo lavoro non può essere
classificato né appartenente al romanticismo né al neoclassicismo.
Courbet ritrae la durezza
della vita e, così facendo, sfida il concetto di arte accademica della sua
epoca, attirando su di sé la critica di aver adottato il culto della bruttezza.
Si tratta di un vero e
proprio manifesto artistico del Realismo che però suscitò scandalo nel paese
poiché sembrava ridicolizzare le autorità cittadine e i borghesi; gli
atteggiamenti distratti e indifferenti furono scambiati per una provocazione.
L’artista in realtà
rappresentava con oggettività il rito della sepoltura e la psicologia delle
persone.
Per la composizione
d’insieme, il pittore si ispirò molto ai classici e riprende la solennità di
alcune ritrattistiche dell’arte romana imperiale.
Quest’opera fu molto
criticata per esaltazione della volgarità, come intimidazione da parte del
potere e per la pittura usata come strumento di rivoluzione.
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