Gli
interventi di restauro effettuati sulle opere d'arte a partire dagli anni '90,
hanno fornito l'occasione per riunire in un'unica galleria i dipinti che
arredavano i corridoi e le stanze della Casa religiosa.
È nata
così la Pinacoteca, annessa al Museo ed inaugurata nel 1996.
Tuttavia
negli ultimi anni l'affluenza di numerose opere, alcune delle quali di notevole
dimensioni, l'ha resa insufficiente ad accoglierle in maniera adeguata. La
collezione oggi raccoglie più di cento dipinti di carattere sacro databili tra
il XVI e il XX secolo, tra cui numerose opere di eccezionale valore storico ed
artistico: accanto ai ritratti del Santo spiccano figure di artisti quali D. Tramontano,
D. Hendricksz meglio conosciuto con il nome italianizzato di Teodoro D'Errico,
D. Basile, A. Mozzillo e pregevoli tele di scuola napoletana. L'esposizione, in
attesa di una nuova sistemazione in locali più ampi ed idonei, si articola in
tre sale ed un corridoio.
Nella
prima sala si ammira la preziosa Madonna
con il Bambino di Decio Tramontano, artista attivo in Campania nella
seconda metà del '500. La tavola portata a Pagani dopo la chiusura della chiesa
e del convento di Lettere, è stata irrimediabilmente deturpata da un cattivo
restauro che l'ha privata di alcune parti. L'opera presenta molte affinità con
la Madonna del raffinato polittico della chiesa di S. Maria delle Vergini a
Scafati, attribuito alla stesso pittore.
Notevole
è la tela semiellittica della Deposizione
che eccelle per la resa marmorea del Cristo, il cui corpo esamine giace
abbandonato sul grembo della madre, dall'inconsolabile dolore degli angioletti
e dall'atmosfera crepuscolare che pervade la scena.
Nella
seconda sala domina il grande dipinto dell'Adorazione
del Bambino di Antonio Sarnelli,
pittore napoletano allievo di Paolo de Matteis ed attivo nella seconda metà del
'700. Al centro della scena il Bambinello risplende di luce divina che si
irradia sui volti rapiti dei pastori adoranti intorno alla mangiatoia, sotto lo
sguardo amorevole della Madonna e la gioia degli angeli.
Di Angelo Mozzillo, pittore campano della
seconda metà del '700, è la Pietà
eseguita nel 1803: un corteggio di angeli accorati e avvolti in un'atmosfera
vaporosa racchiude le tre figure in primo piano della Madonna, di Cristo e di S.
Ignazio di Loyola.
Nella terza sala prevale l'Annunciazione, proveniente dal convento
di Lettere, dipinta su tavola da Teodoro
D'Errico nella seconda metà del '500. La scena dell'annuncio, illuminata dall'alto
dallo Spirito Santo, eccelle per il vivace cromatismo delle vesti, mentre
l'atteggiamento pudico della Vergine, con gli occhi bassi e le braccia
incrociate sul petto, è evidenziato dagli attributi che rimandano alla sua
purezza: i fiori e la brocca di acqua.
Un
altro dipinto di Teodoro D'Errico,
proveniente anch'esso dal convento di Lettere, è la cinquecentesca Madonna del Rosario. Il tema del Rosario
congiunto con quello dell'Immacolata Concezione, per la presenza della luna con
sembianze umane sotto i piedi della Madonna, nel pittore fiammingo assume toni
allegri e festosi: in un'atmosfera delicata e soavemente fiorita spicca la
Vergine con il Bambino attorniata da angeli e contemplata da santi tra cui S. Tommaso
d'Aquino, S. Domenico, S. Pietro da Verona e santa Caterina da Siena.
Notevole
il Gesù coronato di spine attribuito
a Polidoro da Caravaggio, una delle
figure più rappresentative della pittura italiana del '500; allievo di
Raffaello e interprete di una riflessione originale sulla pittura devozionale
negli anni a cavallo tra Riforma e Controriforma.
Importante
è la grande tela settecentesca dell'Immacolata
Concezione eseguita da Domenico
Basile e donata a S. Alfonso nel 1761 da Carlo Cosenza, barone di Teverone.
Infine
nel corridoio sono collocate quattordici tele illustranti le stazioni della Via Crucis e due pregevoli tele di
notevoli dimensioni di scuola napoletana: la Natività della Vergine e la Natività
di S. Giovanni Battista.
I
Sarnelli costituiscono la famiglia più numerosa di pittori napoletani attiva
nella seconda metà del Settecento, essendo composta di ben quattro fratelli:
Antonio e Giovanni, i più noti e poi Francesco e Gennaro. Un fratello maggiore,
Ferdinando, è l unico che non lavorava col pennello. Il padre era Onofrio, re
d'armi di sua Maestà, la mamma Angela Viola.
Il
più famoso dei fratelli, Antonio, nato a Napoli il 17 Gennaio del 1712 nel
territorio parrocchiale di S. Anna di Palazzo, si ispira oltre che al De
Matteis, di cui è a bottega, agli esempi de Giordano e di Solimena, lavorando
nelle chiese di Napoli e provincia e molto anche fuori dalla regione, in
Calabria e Puglia. Il suo stile è facilmente riconoscibile e si esprime in una
prosa meno alata dei grandi artisti che dominano la scena, ma soddisfacendo una
vasta committenza esclusivamente ecclesiastica.
Egli
cerca di recuperare la freschezza dell'intonazione devozionale e la sapidità
del racconto. Frequentemente dei suoi quadri transitano nelle aste come nel
caso di un originale San Palladio,
vescovo di Embrun, firmato e datato 1768, o di una coppia, un Gesù e San Giovanni Battista ed un Tobiolo e l'angelo, anche essa firmata.
Di grande qualità i due dipinti: una Santa
Genoveffa che richiama a viva voce la Beata pastora della chiesa di S.
Caterina a Chiaia ed un'Annunciazione.
La
prima tela firmata e datata 1748, offre un'immagine idilliaca della santa, di
pieno gusto rococò, sia nell'impostazione arcadica della scena che nella scelta
di una gamma di colori tenui, in cui prevalgono i rosa e gli azzurri. Vestita
da pastorella, con la verga ricurva e un cappello a larghe tese sul capo,
circonfuso da un'aureola di luce, Genoveffa, santa patrona di Parigi,
accompagnata da un angioletto, sorveglia affettuosamente il suo gregge,
accarezzando l'agnello che le si è avvicinato. Dal cielo, altri angioletti
assistono alla scena, mentre sullo
sfondo un altro angelo recante il cero acceso, caratteristico attributo
della santa, scende precipite dal cielo. L'opera fu eseguita per il cardinale
Niccolò Coscia.
L'Annunciazione firmata Ant.us Sarnelli e
datata 1773, si ispira ad un'opera dello stesso soggetto, eseguita dall'artista
negli stessi anni e posta a sinistra della controfacciata nella chiesa di San
Giuseppe a Chiaia dove si conserva anche un'altra opera dello stesso autore un
Sogno di San Giuseppe. Il pittore si rifà ad alcuni modelli del Giordano, dai
quali cerca di recepire la lucentezza dei colori e la
genuinità della carica devozionale.
Di
notevole interesse risulta l'Adorazione
del Bambino segnalata nel convento di S.Alfonso de' Liguori a Pagani. Essa
raffigura il Bambinello al centro della scena risplendente di luce divina che
si irradia sui volti rapiti dei pastori adoranti intorno alla mangiatoia, sotto
lo sguardo amorevole della Madonna e la gloria festante degli angeli.
Numerose
sono le opere chiesastiche di Antonio e una grande concentrazione di tele, da
lui firmate o documentate, è situata nelle chiese di Chiaia. La sua prima opera
documentata è una Madonnina nella chiesa di Sant'Arcangelo a Baiano (oggi
dispersa) ed una Madonna con Bambino di collezione privata, entrambe del 1731.
Molto antica è pure una Trinità con San Vincenzo Ferrer ed una devota, firmata
e datata 1734, nella chiesa del Purgatorio di Ferrandina in Basilicata,
improntata da aspetti arcaicizzati nella immobile fissità dei personaggi. Sulla
mensa dell'altar maggiore dell' Abbazia di Montecassino, proveniente dal
monastero di San Biagio d'Aversa, è collocata una Mater purissima, copia con
minime varianti da un originale del de Matteis, distrutto dai bombardamenti,
firmata Sarnelli 1737, sigla che caratterizzerà a lungo la collaborazione tra
Antonio e Giovanni.
Tra
il 1748 ed il 1751 i due fratelli eseguirono una serie di affreschi in palazzo
Partanna, dei quali esistono poche tracce. Nell'archivio di Ferdinando Bologna
vi è un Cristo e l'adultera, di
collezione privata napoletana, firmaro Ant.us Sarnelli 1748, di elevata
qualità.
In
provincia a Forio di Ischia, nella chiesa
di S. Maria di Loreto vi è un S. Giuseppe, firmato Sarnelli.
A
Sessa Aurunca vi sono nella chiesa dell'Annunziata, firmate e datate 1760, due
grosse pale d'altare raffiguranti un'Assunzione della Vergine ed un San Leone
XI in gloria.
Nel Museo del Sannio a Benevento vi é poi
uno splendido dipinto dai colori vivacissimi, un'Incoronazione della Vergine datata 1771, anno particolarmente
felice della sua produzione.
Tra
i dipinti nelle chiese napoletane segnaliamo: un'Adorazione dei pastori nella chiesa
di San Francesco degli Scarioni, un originale quadro esplicativo Ecce Homo ed uno Sposalizio mistico in S. Caterina a Chiaia, un'Immacolata e santi ed un S. Pietro
d'Alcantara in San Pasquale a Chiaia, un Transito di San Giuseppe in Sant’Antoniello a Portalba, una S. Anna nella chiesa dell'Ave Gratia
Plena di Capua, infine un dipinto molto importante, una Sacra Famiglia firmata Ant.Sarnelli 1769 nella quale compaiono i
ritratti dei primi due allievi cinesi del Collegio, Giovanni In e Lucio Vu.
Le
sue ultime opere risultano le due tele, la Vergine
con Bambino e Gesù in gloria e santi,
provenienti dalla Sacra Famiglia ai Cinesi e conservate nei depositi comunali
di Castel Nuovo, datate rispettivamente 1792 e 1793.
Antonio Sarnelli morì nel 1800. Anna Giordano
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