La villa del Pastore deve il suo nome al ritrovamento di una statua raffigurante un pastore: tale ritrovamento sarebbe avvenuto il 19 settembre 1967 mentre erano in corso i lavori di scavo della vasca della villa.
La costruzione sorge sul costone del pianoro di Varano, in posizione panoramica, a poca distanza da Villa Arianna e dal cosiddetto secondo complesso ed è stata esplorata per tre volte: la prima esplorazione, quella della sua scoperta, risale al periodo che va dal 1754 al 1759 ad opera di Karl Weber e fu portato alla luce un grande giardino; la seconda campagna di scavi, sotto la guida di Pietro la Vega, è stata effettuata tra il 1775 e il 1778, proseguendo quello iniziato alcuni anni prima; la terza e ultima esplorazione risale al periodo compreso tra il 6 aprile 1967 e il 16 settembre 1968: le indagini furono iniziate a seguito di un ritrovamento di un muro perimetrale, dopo che si erano svolti alcuni lavori per la rimozione di uno strato di lapilli da un terreno da destinare a uso agricolo.
Lo scavo degli anni sessanta fu finanziato dalla proprietaria del terreno e, una volta accertata la presenza di strutture antiche, il sopraintendente dell'epoca, Alfonso De Franciscis, chiese di espropriare tutta l'area tra Villa Arianna e Villa San Marco in modo tale da riunire in un unico percorso le ville dell'antica Stabiae: in attesa di tale permesso la villa fu nuovamente sepolta nel 1970 per evitare che si rovinasse.
A seguito di vari problemi burocratici la causa di esproprio va avanti ancora oggi e la villa rimane sepolta.
Enzo Cesarano
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