L’opera la morte di Marat fu realizzata nel 1793. È
un olio su tela e misura 162x128.
L’opera fu dipinta da Jacques-Louis David e
conservata attualmente a Bruxelles nel Musèes Royaux des Beaux-Arts.
Il titolo dell’opera è “la morte di Marat”.
Si tratta di un’opera figurativa; nel dipinto
vediamo il soggetto del quadro, Marat, che giace nella vasca da bagno dove
trascorreva molto tempo al suo interno perché soffriva di una grave infezione
cutanea contratta nascondendosi in ambienti malsani per sfuggire dai nemici
della Rivoluzione francese.
Nell’opera si osserva Marat che sulla mano destra
impugna una penna, mentre con la sinistra tiene il foglio parzialmente
macchiato dal suo stesso sangue, poi nella composizione troviamo pochi ma
essenziali elementi, come la vasca con Marat morto dentro, il lenzuolo bianco
macchiato di sangue, il panno di colore verde che ricopre l’asse dello
scrittoio, la penna e il calamaio, un tavolino di legno scrostato, due fogli e
in basso a sinistra il coltello insanguinato e spicca la visione dello sfondo.
Inoltre comparando l’opera “la morte di Marat” si
nota una forte somiglianza col braccio pendente di Marat con il “Cristo della
Deposizione”.
La linea dell’opera è fluida e continua e definsce
le forme, incornicia le figure e il lenzuolo bianco dove giace Marat e il panno
dove egli cinge la testa dà con precisione il senso di volume.
La superficie è molto omogenea grazie anche al tipo
di tecnica usata come l’olio su tela e presenta caratteristiche di lucentezza e
d’ombra.
Il colore è naturalistico senza particolare varietà
nel numero di colori utilizzati, ma viene utilizzata una tonalità principale
quella bruna.
I colori che più spiccano nell’opera sono il rosa
pallido della carnagione di Marat, il bianco dei lenzuoli; il marrone dello
sfondo e il verde del panno.
Questi colori danno il senso che voleva proporre
David ossia la povertà e la morte.
La luce dissezionata proviene da sinistra e
definisce, in modo molto nitido, il chiaroscuro sul corpo morto di Marat e il
viso che viene avvolto dalla luce che incornicia l’effetto quasi di riverbero.
Troviamo nell’opera la prevalenza del chiaroscuro
che esprime profondità.
Lo spazio e il volume sono presenti nell’opera e
vengono definiti dal pannello-scrittoio appoggiato sulla vasca, poi il dipinto
presuppone un punto di vista ravvicinato in modo da far risaltare Marat.
La composizione si sviluppa lungo un’asse
orizzontale data dalla lunghezza della
vasca da bagno e lungo la direttrice verticale del braccio.
L’opera rappresenta l’uccisione di Marat da una
donna, facente parte del gruppo rivoluzionario moderato dei Girondini, che
riteneva l’uomo responsabile della sconfitta Girondina e degli eccessi della
guerra civile.
La donna si chiamava
Carlotta Corday che nel 1793 uccise Marat quasi contemporaneamente
dell’avvenimento del fatto.
Egli
nacque a Saint-Saturnin-des-Ligneries nel 1768 e
morì nel 1793.
Carlotta Corday si
presenta a casa di Marat con il pretesto di presentargli una supplica e mentre
scriveva i fogli di assenso alla sua richiesta lo pugnalò a morte.
È stata una rivoluzionaria francese nota
soprattutto per aver ucciso Jean-Paul Marat. Alla figura di Charlotte
Corday d'Armont si sono ispirate numerose opere, soprattutto teatrali.
Ammiratrice di Rousseau e
degli eroi di Plutarco e
di Pierre
Corneille (di
cui era pronipote), si appassionò alle idee repubblicane dei girondini. Gli
eccessi rivoluzionari e la proscrizione dei deputati girondini (31 maggio e 2
giugno 1793)
la convinsero di dover uccidere Jean-Paul Marat, che, secondo lei,
era il principale sobillatore della guerra civile. Giunta apposta da Caen a
Parigi, il 13 luglio 1793 riuscì a farsi ricevere in casa dallo stesso Marat e
lo pugnalò mentre era nel bagno. Condannata a morte dal tribunale
rivoluzionario, fu messa alla ghigliottina quattro
giorni dopo.
Il dipinto ha una forte
caratterizzazione storica, come quella della lotta rivoluzionaria.
L’autore dell’opera:
Jacques-Louis David probabilmente fosse
anch’essi un rivoluzionario il quale vuole incidere per sempre questo momento
come ad esaltare la figura di Marat e dei combattenti per la rivoluzione;
riproducendolo come un eroe morto sull’altare della libertà per tener fede ai
suoi ideali.
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