Nella
vasta e fertile pianura del Sarno, che si estende tra Pompei e Salerno sotto
l'ombra del Vesuvio, sorge la città di Pagani, ai piedi del monte Albino e della
catena dei Lattari.
Qui
Alfonso ci venne la prima volta per tenervi una missione e nel 1743 vi fondò la
Casa religiosa dove il santo abitò, con interruzioni, per circa 22 anni.
Questa,
su disegno di Alfonso e la direzione dell'architetto regio Pietro Cimafonte,
presenta una monumentale facciata che riveste una struttura monastica semplice
e solida, diligentemente restaurata dopo il sisma del 1980.
La
chiesa, iniziata nel 1756 e terminata dopo 47 anni, fu consacrata con il titolo
di San Michele Arcangelo ed elevata a Basilica Pontificia nel 1908 dal Papa Pio
X.
Nel
1932, in occasione del secondo centenario della nascita dell'Istituto
redentorista, è stata ritoccata e rivestita di preziosi marmi policromi sotto
la direzione del prof. Gino Chierici. Le artistiche vetrate riportano santi e
venerabili dell'Istituto, mentre gli affreschi sono di Paolo Vetri, discepolo
di Domenico Morelli.
Un
grande organo di circa tremila canne sottolinea i momenti più solenni delle
celebrazioni liturgiche ed è al centro di numerosi concerti di musica sacra.
Cuore
della Basilica è la Cappella del Santo che in un'artistica urna ne accoglie le
reliquie, disposte sopra un lettino d’argento su cui posa una statua di legno
pregiato scolpita dal prof. Antonio Lebbro.
Oltre
a questa vi sono altre quattro cappelle poste lateralmente che si legano ognuna
a S. Gerardo, S. Clemente, S. Giuseppe e alla Madonna del Rosario. I due altari
sono dedicati al Cuore Eucaristico e alla Madonna del Perpetuo Soccorso dove S.
Alfonso celebrava la santa messa.
La Casa religiosa e la Basilica si affacciano su una grande piazza dominata da un monumento in bronzo del Santo, opera del
noto scultore Germano. Su un possente cilindro di granito tra pannelli che
ricordano i suoi quattro amori (Gesù Bambino, L'Eucarestia, il Crocifisso e la
Madonna) Alfonso in vesti episcopali, nell'atto di stringersi alla parola di
Dio, accoglie e benedice i suoi devoti.
Di
fianco alla Basilica è situato il Museo
Alfonsiano nel quale sono custoditi molti ricordi ed effetti personali del
Santo, e la Pinacoteca nella quale
sono raccolti circa 100 dipinti di carattere sacro e alcune opere del '500 di
notevole interesse.
Il Museo Alfonsiano, situato al primo piano
della casa religiosa, è stato allestito ed inaugurato il 12 novembre 1990 da
papa Giovanni Paolo II in visita alla Basilica e alle spoglie di S. Alfonso.
Esso
raccoglie i ricordi del Santo idoneamente collocati negli stessi ambienti da
lui frequentati. Il Museo è articolato in modo da consentire un agevole
itinerario nella biografia e nella spiritualità del Santo.
Nella
prima stanzetta sono esposti indumenti personali, paramenti sacri e ceramica da
mensa a lui appartenuti.
Segue
la Cappella dell'Addolorata in cui S.
Alfonso celebrò frequentemente l'Eucarestia e da molti più volte fu visto in
estasi. Al centro del soffitto dipinto nel 1752 campeggia la Madonna ai piedi
della croce spoglia di Cristo. Sull'altare settecentesco in marmi policromi,
sul cui paliotto risalta il monogramma di Maria, spicca la piccola statua
dell'Addolorata, anch'essa del secolo XVIII, vestita di un prezioso abito
ricamato in oro.Il Museo Alfonsiano, situato al primo piano
della casa religiosa, è stato allestito ed inaugurato il 12 novembre 1990 da
papa Giovanni Paolo II in visita alla Basilica e alle spoglie di S. Alfonso.
Esso
raccoglie i ricordi del Santo idoneamente collocati negli stessi ambienti da
lui frequentati. Il Museo è articolato in modo da consentire un agevole
itinerario nella biografia e nella spiritualità del Santo.
Nella
prima stanzetta sono esposti indumenti personali, paramenti sacri e ceramica da
mensa a lui appartenuti.
Segue
la Cappella dell'Addolorata in cui S.
Alfonso celebrò frequentemente l'Eucarestia e da molti più volte fu visto in
estasi. Al centro del soffitto dipinto nel 1752 campeggia la Madonna ai piedi
della croce spoglia di Cristo. Sull'altare settecentesco in marmi policromi,
sul cui paliotto risalta il monogramma di Maria, spicca la piccola statua
dell'Addolorata, anch'essa del secolo XVIII, vestita di un prezioso abito
ricamato in oro.
Proseguendo
si incontra la celletta spoglia ed angusta abitata dal santo dal 1752 fino al
1762 anno della sua nomina a vescovo di S. Agata del Goti.
Le
tre sale successive costituiscono una preziosa testimonianza della poliedrica e
profonda personalità di S. Alfonso dalla brillante adolescenza fino alla
veneranda età.
Nella
prima sala troviamo il primo dei tre ritratti che scandiscono
cronologicamente la figura del Santo, dalla giovinezza all'età avanzata. Vi
sono poi esposte le riproduzioni delle quattro statuine lignee rappresentanti i
momenti della Passione di Cristo, un prezioso Gesù bambino nella culla, un
presepe in ceramica di Capodimonte, alcuni libri e il clavicembalo con il quale
S. Alfonso compose numerose canzoni spirituali, tra queste il celebre canto
natalizio "Tu scendi dalle
stelle".
La seconda sala documenta le attitudini
pittoriche del Santo, il quale fu allievo di F. Solimena. Qui troviamo il
delicato ovale raffigurante la Vergine
con il capo coronato da dodici stelle nato dalla collaborazione tra il de
Majo e il Santo, un Gesù Redentore e
un Gesù Crocifisso, e il soffitto
dipinto con al centro S. Pietro.
La terza sala espone i libri più importanti
e significativi scritti dal Santo, primo fra tutti
la Theologia Moralis, il suo capolavoro ancora oggi basilare per gli
studi di teologia morale. Troviamo poi una sedia
a due ruote, una maschera di cera
che riproduce il calco del volto del santo nel momento in cui spirò, e il
soffitto dipinto con al centro Cristo
Redentore.
Infine, al piano superiore, una stanzetta e una
cappellina privata costituiscono gli ambienti spogli abitati dal Santo fino
alla morte e da lui preferiti alle ampie e sontuose sale preparategli dai
Redentoristi. Nella stanzetta troviamo cinque dipinti ormai evanescenti
raffiguranti i momenti salienti della Passione
di Cristo e altri due raffiguranti la Madonna
del Buon Consiglio e l'Addolorata.
Nella cappellina spicca un grande crocifisso, un altare ligneo con un piccolo
ovale raffigurante la Madonna dello
Spirito Santo, un inginocchiatoio e una poltrona, e sulla parete il suo
disegno raffigurante il corpo umano in putrefazione.
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