lunedì 15 settembre 2025

Il 'Ragazzo con un roemer di vino alla luce di una candela' di Hendrick ter Brugghen

Il dipinto Ragazzo con un roemer di vino alla luce di una candela, attribuito a Hendrick ter Brugghen e databile intorno al 1623, appartiene al genere delle scene di vita quotidiana. Conservato oggi presso la Schorr Collection del Castello di Dublino, è un olio su tela di formato medio, destinato forse a una raccolta privata, come se dovesse custodire non solo un’immagine, ma un segreto. Non è un semplice esercizio di stile, ma una meditazione silenziosa e visiva sulla luce, sulla caducità, sulla fragile intensità del vivere.
Un giovane emerge dall’ombra mentre solleva un roemer, il tipico bicchiere verde panciuto, trasparente e vivo grazie al lume tremolante di una candela. La fiamma, dorata e pulsante, scolpisce i tratti del volto e le mani, mentre tutto il resto sprofonda nella penombra. È un gesto quotidiano, ma nell’occhio dell’artista si fa rito: il vino, simbolo di gioia effimera e di piacere terreno, e la candela, che lentamente si consuma, diventano allegorie dell’esistenza, del tempo che scorre e si spegne.
La composizione è costruita con rigore e intimità. La verticale che unisce lo sguardo del giovane al bicchiere guida lo spettatore, mentre la diagonale del braccio introduce una vibrazione segreta. Lo spazio non si apre, resta chiuso e raccolto, come una stanza mentale, un luogo interiore. Le forme sono naturalistiche e concrete, definite con tocchi morbidi e privi di ridondanza: sono vive, ma insieme trasfigurate da una poesia sommessa.
La tavolozza è scarna e luminosa. I bruni e i neri del fondo fanno da contrappunto ai bagliori caldi della candela, al verde trasparente del vetro, al carnato caldo del giovane. La luce, laterale e caravaggesca, non illumina soltanto: modella, scava, incide, trasformando il chiaroscuro in ritmo vitale e in respiro drammatico. Il risultato è un’atmosfera sospesa, silenziosa, quasi meditativa. Nessun rumore, nessun movimento: soltanto la fragile intensità di un istante che sembra eterno. Ter Brugghen, erede e interprete della lezione di Caravaggio, ma fedele alla propria sensibilità nordica, eleva un gesto semplice in un teatro interiore, dove il sacro e il quotidiano si incontrano. In quel vino che brilla e svanisce, in quella candela che illumina e consuma, l’artista ci consegna l’immagine più poetica e più vera della condizione umana. 
                                                                            Massimo Capuozzo

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