martedì 19 aprile 2011

Corrado Augias e Quel treno da Vienna di Massimo Capuozzo

A mio padre,

che mi regalò il volume

alla sua prima uscita


In qualità di giallista, Corrado Augias è autore di una trilogia italiana di romanzi gialli d’ambientazione storica, scritta dal 1981 al 1985 e che copre il periodo della Storia d’Italia dal 1911 al 1921, anni cruciali per l’Italia in cui “le lacerazioni, le violenze e l’incertezza politica estesa ad ogni piega del funzionamento statale – secondo l’impietoso, ma forse realistico giudizio di Augias – non riguardano purtroppo soltanto quegli anni”.
In questo drammatico contesto storico, Augias inserisce felicemente una figura singolare: il protagonista della trilogia è, infatti, l’affascinante e controverso Giovanni Sperelli, fratellastro povero del celeberrimo dannunziano Andrea, dandy e dissoluto, che D’Annunzio ha voluto come protagonista di Il piacere.
Giovanni Sperelli è un commissario di pubblica sicurezza a riposo, colto, profondo ed un po’ schivo che dà ancora consigli alla procura e ai servizi segreti, ma è sicuramente più noto per la sua stretta parentela con Andrea che, come lui, appartiene al bel mondo romano.
Un’interessante chiave di lettura del commissario Sperelli si rileva in Quel treno da Vienna, il primo dei tre romanzi: “…La sommità dell’obelisco della Trinità dei Monti in lui evocava, per personalissime ragioni, un vago sentimento di rancore”. Questo risentimento provato da Giovanni Sperelli, affonda le radici in intimi conflitti familiari. Proprio nei pressi dell’obelisco e della celeberrima chiesa sorge Palazzo Zuccari, dimora del fratellastro Andrea. I due fratelli non potrebbero essere più diversi: Andrea incline alla mollezza e alla voluttà senza limiti e senza morale, Giovanni alla ricerca della verità e di un equilibrio, cui aspira, ma che sembra non riuscire a raggiungere.
Con Quel treno da Vienna, Augias dà inizio alla trilogia, con al centro sempre Giovanni Sperelli, protagonista rispettivamente dei successivi Il fazzoletto azzurro, ambientato durante la Grande Guerra in cui Giovanni combatte e L’ultima primavera, ambientato nel dopoguerra, mentre Giovanni è intento ad indagare su un piano di finanziamento del movimento fascista alla vigilia della Marcia di Roma.
Augias affida ad un unico protagonista, il compito di condurre le indagini e, mentre narra, ci racconta anche un pezzo di storia italiana, descrivendo gli eventi e l'atmosfera di anni cruciali nella nostra Storia, dall'impresa di Libia nel 1911 e, passando per la Grande Guerra, alla vigilia del fascismo nel 1921.
Nell’arco dei tre romanzi, alcune problematiche chiave di quegli anni inquadrano gli eventi narrati: debolezza del Regno a cinquant’anni dalla sua formazione per via del conflitto tra Stato e Chiesa; trasformismo giolittiana, inteso quale gioco d’equilibrio tra una sinistra riformista e una destra conservatrice e autoritaria; relazioni diplomatiche per il mantenimento dell’Italia nella Triplice; critica dello Stato privo di progetti federali, intorno ai quali ricucire le differenze endemiche tra le varie zone del paese.
Quel treno da Vienna, pubblicato per la prima volta nel 1981, è il primo dei tre romanzi.
La struttura è quella di un giallo variegato di spionaggio, che chiama in causa gli eventi della Storia, nello specifico l’impresa in Libia, cui il Governo guidato da Giovanni Giolitti si stava accingendo proprio in quel contesto.
Il romanzo è un pregevole affresco della Roma giolittiana e neo-imperialista dei primi del Novecento, una Roma sfarzosa, in cui, tra l'inaugurazione di una mostra, la costruzione di arditi viadotti e le celebrazioni in pompa magna, il governo Giolitti si prepara all’ingloriosa impresa di Libia, con la quale sperava di inserirsi nel concerto delle grandi nazioni europee.
Augias intende invece accompagnare il lettore in un’Italia confusa ed arrabbiata, dove Roma, da poco capitale d’Italia, splende di rinnovata bellezza per le nuove costruzioni realizzate, sebbene rimanga ancora una capitale di rango inferiore, rispetto alle altre grandi capitali d’Europa, ancora molto legata se non addirittura in parte assediata dal mondo agricolo.
Il romanzo si apre in una Roma in festa per celebrare i cinquant'anni del Regno d'Italia. In questa temperie, tra costruzioni di infrastrutture per l’ammodernamento della città, esposizioni mitologiche e crisi del governo Giolitti, è scoperto il cadavere di un’entraneuse Amelia Battiferri, una di quelle modelle giovani e formose, venute a Roma come farfalle alla luce. La sua morte nel quartiere borghese del Macao potrebbe far pensare all’ennesimo regolamento di conti nel mondo della prostituzione di lusso romana: apparentemente sembrerebbe un banale omicidio, che inizialmente sembra un comune delitto passionale limitato alla sola cerchia di sprovvedute fanciulle e dei loro mentori, ma in realtà, l’inchiesta condotta da Sperelli e Marchisio svela come, nello scenario dei festeggiamenti per il Giubileo, quel semplice omicidio nasconda risvolti di spionaggio internazionale legato al mantenimento dell’Italia nell’equilibrio della Triplice Alleanza. L’omicidio di Amelia Battiferri, diventa così il cardine di un mosaico più complesso e sfaccettato che coinvolge la Mitteleuropa ed i lembi nordafricani dell’Impero ottomano. Amelia si trova, infatti, suo malgrado al centro di una guerra di spie austriache, italiane e turche, a pochi mesi della guerra di Libia e la sua morte si rivela un caso di spionaggio internazionale dai risvolti inaspettati in cui, tra gli intrighi di un quartiere residenziale, si muovono personaggi misteriosi: il doppio gioco di Achille Galignani, uomo forte del ministro degli Esteri Antonino di San Giuliano, porta al tradimento degli accordi con l’Austria ed alla vendita ai Turchi di informazioni riguardanti gli armamenti dell’esercito italiano in vista dello sbarco in Libia nell’ottobre 1911.
Nella vicenda entrano in scena tanti altri elementi: accordi di diplomazia internazionale, problemi di politica interna, la preparazione dei festeggiamenti per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, l’arrivo di nuove mode e di quant’altro dall’Oltralpe.
In questo paesaggio articolato e scabroso si muove il commissario Sperelli, uomo moderno e completamente privo di certezze, che ha difficoltà a trovare un suo ruolo nell’Italia del 1911. Pur conservando il gusto e la passione per il bello di suo fratello Andrea, Giovanni ha il pregio di un’intelligenza analitica che lo pone a capo delle indagini per risolvere il mistero.
La vicenda poliziesca passa tuttavia in subordine: il nodo centrale del romanzo è, infatti, la Roma degli anni Dieci, quando il giovane Regno celebra i cinquant’anni dell’Unità e la ricostruzione storica di una Roma del periodo antecedente la guerra italo-turca, raramente oggetto di attenzione, una Roma splendida nei suoi palazzi nobiliari, nei suoi monumenti artistici e anche nella stretta commistione urbanistica con la campagna, all’epoca non tanto distante quanto oggi. Corrado Augias ricostruisce con rigore topografico luoghi che rievocano alcune atmosfere del passato.
Sperelli, oltre al suo fratellastro Andrea, appare profondamente diverso anche dal maresciallo Marchisio, il suo collaboratore di origine piemontese, che, non riuscendo a comprendere la complessità della politica romana, vive il trasferimento al Nord come un premio, contento di fuggire dai salotti della capitale ed incapace di concepire un’Italia diversa che non andasse dalle Alpi al Ticino.
L’atmosfera che si respira, nel romanzo è anche molto sapida d’attualità e, nelle polemiche politiche sui due deputati radicali che dapprima avevano fatto cadere il governo per poi appoggiare la formazione di quello successivo, si intravede la posteriore storia repubblicana e già si percepisce l’assoluta mediocrità della monarchia sabauda, che non riuscirà, o non vorrà, ostacolare l’ascesa del Fascismo.
Il romanzo mantiene una grande freschezza narrativa, animata da un’elegante prosa e da uno stile ricercato – interessante l'espediente dell’uso di un tipo di scrittura che ricorda quella dell'epoca in cui il romanzo è ambientato – ma non per questo il suo stile è meno spigliato. Augias tratteggia elegantemente e sempre con grande accuratezza, senza mai abbandonare la vena ironica, un’epoca affascinante in una prosa asciutta ed al tempo stesso raffinata, in cui ogni vocabolo è scelto con estrema cura.

Massimo Capuozzo

1 commento:

  1. Il romanzo è ambientato a Roma,nel 1911.
    L’atmosfera è di festa,perché si celebrano i cinquant’anni dell’unità d’Italia.
    Ed è proprio in questo contesto,tra costruzioni di infrastrutture per l’ammodernamento della città, esposizioni mitologiche e il governo di Giolitti che si prepara allo sbarco in Libia,che si scopre un omicidio.
    Sarà proprio da quest’omicidio che si potrà scoprire un caso di spionaggio internazionale.
    La vittima dell’omicidio è amelia battiferri.La sua morte sarà un caso di spionaggio internazionale,in cui,si muovono personaggi misteriosi: il doppio gioco di Achille Galignani, uomo forte del ministro degli Esteri e di Antonino di San Giuliano, porta al tradimento degli accordi con l’Austria ed alla vendita ai Turchi di informazioni riguardanti gli armamenti dell’esercito italiano in vista dello sbarco in Libia nell’ottobre 1911.
    Il protagonista del romanzo è Giovanni Sperelli.
    Il romanzo Quel treno da Vienna è il primo dei 3 romanzi di Corrado Augias.

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