Quella di Marietta Robusti, nota come La Tintoretta,
è la storia struggente di un'artista di rare qualità, di una donna
bella, intelligente che dovrebbe comunque essere maggiormente ricordata, in
omaggio di tutte le donne che cercano di capire e di apprendere quanto di bello
fa parte della cultura, della
bellezza e delle risorse che appartengono a qualsiasi donna.
Marietta è un episodio della vita
delle donne veneziane dell'età moderna che furono sicuramente più libere ed
intellettualmente indipendenti rispetto ad altre realtà italiane, proprio
perché figlie ed espressione della particolarità di Venezia e delle sue
istituzioni, una città che aveva saputo da sempre rapportarsi in modo
disinvolto ed aperto con la diversità,
una città senza mura, crocevia di genti e di culture, che accoglieva una
società cosmopolita, multiforme e vivace: un milieu unico quello di Venezia nel panorama degli antichi stati
italiani. La presenza femminile fu una partecipazione intelligente e creativa
in molti campi della cultura della città, dalla scrittura, alla pittura, alla
musica, all'istruzione: Gaspara Stampa, autrice di belle e accorate rime
petrarchesche, di suor Arcangela Tarabotti con la sua amara denuncia delle
monacazioni forzate, di Marietta Tintoretto, di Barbara Strozzi, compositrice ed
intellettuale spregiudicata, e di tante altre ancora.
La maggior parte delle
informazioni su Marietta derivano dalla breve biografia scritta da Carlo
Ridolfi ed inserita nelle Meraviglie dell’Arte, pubblicato nel 1648.
Tintoretto curò molto la sua
formazione culturale, infatti, le fece studiare anche canto e musica: egli
voleva fornire a sua figlia una buona educazione in cui era inclusa anche la
pittura, voleva renderla una dama di elevata cultura come lo erano Sofonisba
Anguissola o Irene di Spilimbergo, allieva di Tiziano.
Marietta era nata a Venezia non si sa se nel
1554 o nel 1560 e aveva
manifestato fin da piccola la sua spiccata propensione per il disegno. Jacopo
Tintoretto adorava questa figlia avuta prima del matrimonio, e riconoscendo in
lei un se stesso bambino, a sette anni la fece entrare nella sua bottega per
istruirla ai principi della pittura. Carlo Ridolfi, ci dice che Tintoretto
la faceva vestire con abiti maschili per poterla portare con sé suoi cantieri
in giro per la città.
L’attività di Tintoretto era
affiancata dalla presenza di una vivace bottega, in cui operarono anche alcuni
membri della sua stessa famiglia tra cui il figlio Domenico e Marietta. Nella
bottega del padre Marietta
apprese tutti i segreti della pittura e del disegno, fino al punto che la sua
mano era confondibile con quella del padre. Crescendo si dedicò eccellendo
anche nella musica e nel canto, esprimendo così una poliedricità che la
accomunò ad altre artiste veneziane venute dopo di lei, come ad esempio Rosalba
Carriera. Venezia era l'humus giusto
per esaltare le capacità non solo maschili, ma anche e forse sopratutto
femminili in questo settore.
Appena sedicenne, Marietta dipinse il Ritratto
di Ottavio Strada, un giovane mercante d'arte. Con un'espressione di
innocenza assunto, egli accetta avidamente le monete d'oro e d'argento versato
in mano da una cornucopia da una figura femminile allegorica. Ansiosamente
strofina una piccola statua apparentemente classica che ha appena acquistato.
Non è sorprendente che la statua a grandezza naturale di Venere – forse un
autoritratto della giovane pittrice – volta il viso come per disgusto.
Nel 1580, Marietta divenne così famosa
presso la società veneziana e i suoi graziosi ritratti furono, talmente, apprezzati, nei circoli
aristocratici della città, che la moda del momento divenne quella di posare
per la Tintoretta tanto che i nobili consideravano un privilegio
farsi ritrarre da quest’artista.
Marietta dipinse nella bottega di
suo padre per 15 anni, mentre contemporaneamente completava i ritratti che le
erano commissionati, ottenendo grande
popolarità come ritrattista, genere per il quale ottenne molte commissioni,
sebbene poche opere siano sopravvissute o sono state attribuite a suo padre o
ad altri artisti.
Le false attribuzioni sono state a
lungo un problema con artiste del passato: solo recentemente, storici dell'arte
moderna hanno portato alla luce una serie di artiste rinascimentali donne che
non erano stati noti in passato, ma solo da poco sono state riconosciute, alcune
di esse sono Sofonisba Anguissola e sua sorella Lucia Anguissola,
Lavinia Fontana, e Diana Scultori Ghisi.
Marietta
sarebbe potuta diventare molto famosa: la sua fama era cresciuta al punto da ricevere
l’invito di lavorare come pittrice alla corte di Filippo II e dell’Arciduca
Ferdinando e a quella dell’Imperatore Massimiliano d’Asburgo, ma per l'attaccamento
quasi morboso che la legava al padre rifiutò per non allontanarsi dalla sua casa. Marietta, facendo della
pittura il suo mondo, trascorse quasi tutta la sua vita nella bottega del
Tintoretto, ma purtroppo il suo lavoro, sommerso ed a volte confuso con quello
del padre, non è sopravvissuto: di lei sono rimaste pochissime opere certe,
contrassegnate dalla caratteristica firma di m.
Secondo un’altra ipotesi invece suo
padre non le avrebbe permesso di lasciare il suo fianco: le donne in questo
periodo, quantunque veneziane, erano sottoposte ai desideri dei loro padri o
mariti. La sua carriera era
quindi sempre sotto il controllo del padre e non ebbe la possibilità di
svilupparsi in senso autonomo.
Avendo
lavorato a fianco di suo padre, il loro lavoro diventò indistinguibile tanto
che insieme lavorarono su numerosi dipinti. Jacopo
faceva profondo affidamento su sua figlia per la sua felicità personale e per la
sua opera. Solo in seguito, quando un pretendente accettò di vivere con lei sotto
il tetto paterno, Jacopo consentì a Marietta di sposarsi.
Nel 1590, quattro anni dopo aver sposato il
gioielliere veneziano Marco Augusta, da cui ebbe un figlio, Giacometto, morto
ad appena undici mesi Marietta, distrutta e senza alcuna velleità artistica, soli trent'anni morì.
Fu sepolta nella gotica Chiesa di Santa Maria
dell’Orto, parrocchia di famiglia, lasciando un padre distrutto dal dolore e
dove, dopo alcuni anni fu tumulato anche Tintoretto, ormai vecchio.
Nonostante la sua abilità e la sua
popolarità come ritrattista, Marietta non ricevette commissioni note di grandi
opere religiose, come pale d'altare o decorazioni della chiesa di altri: ella
fu soprattutto una ritrattista. Tra le poche opere il Ritratto di uomo anziano con ragazzo,
scoperto nel 1920 talmente vicino allo stile paterno da rivaleggiarne
come potenza, stile e profondità e un suo Autoritratto in cui si rappresenta con in mano lo
spartito di un
madrigale ed una spinetta accanto.
Massimo Capuozzo
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