domenica 6 gennaio 2013

Gli esordi di Sofonisba Anguissola Di Massimo Capuozzo

Sofonisba era stata avviata insieme alle sorelle allo studio delle lettere e delle arti secondo gli auspici del divulgatissimo testo rinascimentale Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione, che prescriveva la necessità per le donne del ceto aristocratico-borghese di arricchire il proprio corredo educativo con nuove strategie d’intrattenimento sociale.
Negli anni Cinquanta, la cultura artistica di Sofonisba fu ulteriormente promossa da suo padre, bravissimo propagandista della ragazza: egli badò a promuoverne la fama di sua figlia nelle corti d’Italia, stabilendo contatti con Mantova, Ferrara, Parma, Urbino e infine con Roma, per completare l’educazione di sua figlia e caldeggiarla presso quelle corti. Amilcare era il primo, il più convinto e tenace patrocinatore delle capacità della giovinetta: a tal proposito un interessante carteggio mostra come fosse intenso il suo scambio di lettere con i potenti e con i massimi artisti dell’epoca, nel raccomandare sua figlia. «Per la più cara cosa ch’io abbia, gli dedico essa Sophonisba per sua serva e figliola…» arrivò a scrivere a Michelangelo, il quale rispose con buoni giudizi ed incoraggiamenti e sostenne il talento della ragazza presso il Granduca di Toscana: quando infatti Cosimo de Medici chiese a Michelangelo un disegno, egli pensò di inviargli il disegno della giovane e promettente pittrice, visto che il mondo era già pieno di eccellenti uomini. Amilcare Anguissola aveva inviato a Michelangelo i disegni di Sofonisba e fra quei disegni c'era anche un Fanciullo morso da un granchio, oggi a Napoli nella Galleria Nazionale di Capodimonte: in esso la giovanissima artista cremonese, allora poco più che ventenne, aveva colto l'espressione del dolore infantile con un'invenzione che piacque molto a Michelangelo, allora ottantaquattrenne, che lodò i suoi studi delle espressioni del riso e del pianto, degni della mutevolezza della anima. Quella smorfia di dolore fermata da Sofonisba si troverà poi nel Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio.
La fama di Sofonisba nacque presto tanto che lo stesso Giorgio Vasari, giunto nel 1566 in casa Anguissola per verificare la fama dalla ragazza, volle conoscerla e le sue tele suscitarono in lui tanta impressione che la citò in seguito nelle sue Vite.
Sofonisba era poco più di una ragazzina e già aveva sviluppato quella che Vasari definì la freschezza del suo disegnare, evitando la maschera del volto per dedicarsi all’indagine psicologica. Il suo genio creativo dava alle immagini anche realtà interiori, fatte di sentimenti, emozioni, pensieri, movimenti dell’anima, colloqui taciuti nei segreti del cuore, come nella celebre Partita a scacchi, nella Vecchia che studia l’alfabeto ed è derisa da una bambina, nel già citato Fanciullo morso da un granchio e in moltissimi altri che suscitano lo stupore di studiosi e profani. Questa capacità di penetrare oltre l’apparenza e di portare alla superficie ciò che essa nasconde fu il tratto distintivo dei suoi tanti ritratti e autoritratti.
Sofonisba, benché preferisse presentarsi al pubblico come virgo bene educata, nell’Autoritratto al cavalletto, del 1556, mette in scena se stessa mentre dipinge un'opera devozionale con Madonna e Bambino attraverso il solito gioco degli specchi multipli, sulla scorta di un precedente modello iconografico della pittura fiamminga.
Nell’Autoritratto alla spinetta, a Napoli nella Galleria Nazionale di Capodimonte, una delle opere cardine dell'attività giovanile di Sofonisba, collocabile probabilmente intorno alla metà degli anni Cinquanta, come suggerisce l’acquisita padronanza del mezzo espressivo. Quando l'artista entrò in contatto con il miniatore croato Giulio Clovio, al servizio dei Farnese e amico di Fulvio Orsini, attuò il superamento dell’analiticità descrittiva e mostra la nuova predilezione per un morbido chiaroscuro: contro lo sfondo scuro che ha la funzione di avvicinare il soggetto allo spazio reale dello spettatore, risalta il volto illuminato della pittrice alla spinetta. Anche in questo autoritratto Sofonisba si distingue per la ricerca di espressività affettiva, vicina agli esiti di Moroni, e per l'intensa produzione di autoritratti: l'immagine della prima donna famosa della storia della pittura italiana doveva, infatti, suscitare certamente curiosità e ammirazione e Sofonisba, nella scelta degli attributi, in questo caso la spinetta, dava ogni volta dimostrazione della propria virtù e della propria completa educazione artistica.
Nella Partita a scacchi della collezione Radzinsky a Poznai, Sofonisba, appena ventenne, già è padrona della tecnica pittorica ed affermata ritrattista: in questo dipinto vive un vibrante realismo di sapore lombardo che supera le formule manieristiche, sottraendosi alla logica del ritratto, e costruisce un complesso racconto a più voci. Attorno a una scacchiera sono disposte quattro figure femminili: tre sorelle minori di Sofonisba – Lucia, Minerva ed Europa – e un’anziana domestica, loro fedele governante, sono impegnate in una partita a scacchi in giardino con un lontano paesaggio di fondo d’ispirazione fiamminga, mentre l’incrocio degli sguardi e la mimica delle  mani suggeriscono una corrente interlocutoria tra i vari personaggi: tutti gli sguardi si cercano, ma non trovano rispondenza. Lucia, la ragazza che rivolge lo sguardo all’osservatore del dipinto, ha appena attuato una brillante mossa di gioco: ha infatti mangiato la regina nera di Minerva che alza la mano, forse in gesto di disappunto o di resa; la piccola Europa sorride divertita. La posizione degli scacchi non è casuale, ma rappresenta un momento saliente della partita. Lo spazio della tela è saturo, quasi che la partita a scacchi non è altro che un pretesto per portare in primo piano le relazioni familiari dei personaggi.
Il dipinto segna una tappa significativa, nella formazione di Sofonisba, soprattutto per il gusto con cui il ritratto vi appare risolto in scena di genere, non senza riflessi bresciani, specialmente di Moroni. Per questa via, infatti, nei brani migliori della sua ricca produzione ritrattistica, Sofonisba giunge a superare le remore del chiuso manierismo cremonese nella freschezza di un'acuta e composta notazione aneddotica.
Vasari parla con particolare ammirazione del Ritratto di famiglia. Questo è uno dei dipinti più noti di Sofonisba ed è anche uno dei più complessi sia per formato sia per impostazione spaziale sia per l’intreccio tra la tipologia del ritratto di famiglia e quella del ritratto aulico dinastico. Le ascendenze moroniane del tema iconografico del ritratto di famiglia si impiantano su uno schema di profondi referenti simbolici legati alla continuità dinastica della casata, mentre la serena quiete della partitura narrativa si qualifica per un plastico vigore michelangiolesco, conferito soprattutto alla postura paterna in primo piano il padre con il figlio ultimogenito, molto desiderato dopo sei figlie, e rappresentato nell’abbraccio paterno, più indietro c’è la sorella Minerva che sembra raggiungerli. La composizione, circoscritta nello spazio da due tronchi d’albero, presenta sullo sfondo uno splendido paesaggio segno di una certa influenza nordica. La raffigurazione del padre della pittrice che abbraccia l’unico figlio maschio, Asdrubale, e che ignora la figlia Minerva, è l’emblema della società cinquecentesca: il padre investe le proprie attese sul maschio, pur avendo quattro figlie ricche di un talento riconosciuto anche dai grandi dell’epoca. 
Se incisivo era stato l’intervento dell’abile Amilcare nel fare uscire da un contesto provinciale la figlia, decisivo fu l’eccezionale talento di quest’ultima.
Per Sofonisba il primo passo fuori provincia giunse con un invito alla Corte dei Gonzaga dove la giovane pittrice fece un ritratto alla duchessa Margherita e alla nuora Elena d’Austria; da qui la giovane spiccò quel primo volo che l’avrebbe condotta molto lontano.
Intanto, i suoi dipinti erano molto ricercati nelle Corti italiane dove Sofonisba partecipò come figura di spicco alla vita artistica: la vita e la carriera dell'artista, si svolsero per lo più tra importanti Corti alle quali era chiamata come ritrattista, quale quella dei Farnese di Parma. Ma Sofonisba fu un personaggio eccezionale rispetto alle altre donne che si occuparono attivamente di arte poiché non era né figlia né moglie né sorella di pittori o artisti in genere, ma soprattutto perché lei e le sue sorelle, dato il loro rango, non esercitarono mai la professione di artista per sostentamento, ma esercitarono nobilmente la pittura, senza ricevere mai commissioni ufficiali, regolate da un contratto notarile o comunque commerciale e non vendettero mai le loro opere, ma le regalarono sotto la tutela del padre, della corte o infine dei mariti, ricevendone in cambio privilegi, gioielli, stoffe preziose e doni adatti al suo lignaggio.
Di questo periodo è il bel Ritratto di Alessandro Farnese, conservato di Dublino nella National Gallery of Ireland, quando Alessandro non aveva ancora compiuto quindici anni. Oltre al cappotto tedesco, in broccato d'oro adorno di perle, si scorge la fodera di ermellino, segno regale che spettava ad Alessandro, come nipote di Carlo V: quest’opera divenne un modello di una felice soluzione iconografica, adottata in seguito da Taddeo Zuccari negli affreschi del palazzo Farnese a Caprarola, per proporre l’immagine adolescenziale del principe, educato presso la corte reale.
La penetrante investigazione psicologica leonardesca e la ricerca sugli umori sprigionati dagli stati d’animo si intensificarono ulteriormente nel quinquennio 1555 – 1560 fino alla lenticolare accuratezza dell’indagine fiamminga, estesa anche ai molteplici inserti narrativi di natura morta disseminati nelle scene pittoriche.
Ricordi sentimentali si colgono nel Ritratto di dama dipinto nel 1556 oggi a Berlino allo Statliche Museen Preussischer Kulturbesitz, captando con lucida osservazione analitica la sussurrata effusione che emana dall’espressione femminile, probabilmente identificabile con la madre Bianca Ponzoni Anguissola.
Squisiti esiti di verosimiglianza rimarca nel 1557 il Ritratto di dama  a Berlino, che sembra instaurare una muta conversazione con l’autrice esterna, anche qui auspicando una lenticolare lettura col soffermarsi della luce intorno al collo impreziosito dalla collana perlacea col pendaglio, scorrendo poi sui riverberi luminosi della veste per inquadrare la pelliccia di zibellino, stretta nella mano sinistra. 
La tela del '59 La Sacra famiglia dell’Accademia Carrara di Bergamo rivela una debole ripresa di moduli parmigianineschi sempre derivati da Bernardino Campi. Il dipinto ha un’ambientazione boschereccia e raffigura un momento di riposo durante la fuga in Egitto. La Vergine porge dei fiori al Bambino che si gira verso di lei mentre gioca con la barba di San Giuseppe: Sofonisba riproduce fedelmente gli effetti atmosferici del cielo tempestoso e rende molto espressivi i volti. Sofonisba è una pittrice di anime: riesce a catturare le sensazioni, i sentimenti, i moti dell'animo fugaci e irripetibili di ogni personaggio. Ella è molto attenta ai particolari: i riflessi di luce, gli sguardi, le piccole smorfie labiali; l’anima del soggetto è il vero centro focale delle sue opere. 
Dopo un breve soggiorno a Milano presso la corte del duca di Sessa, governatore di Milano (1558-60), probabilmente accompagnata oltre che dai genitori anche da Lucia, Sofonisba, col suo talento, riuscì nell’impossibile. Grazie al duca d’Alba, le si aprirono le porte della Corte spagnola di Filippo II a Madrid: i requisiti della sua pittura valsero per la chiamata a Madrid nel 1559 come Dama per la Regina Isabella di Valois.
Le sue doti di ritrattista originale e squisita erano ormai riconosciute dai grandi e dai potenti: dal Papa a Michelangelo, da Vasari a Filippo II di Spagna e proprio questo re la volle alla sua corte per quindici anni.
Massimo Capuozzo

2 commenti:

  1. Ciao,
    Io non parlo italiano, questa è una traduzione automatica, quindi non so come sarà... :), spero che tu capisca la mia domanda.
    Mi puoi dire dove posso vedere la foto di Sofonisba di Isabellla de Valois pelliccia di zibellino.

    Grazie per questo sito!

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