La
fine del «Grand siècle», la morte di Luigi XIV e il nuovo regime, a capo del
quale sale suo nipote, rappresentano una svolta nella Storia e nella Storia dell’Arte francese.
Questi eventi furono accompagnati, a Parigi, da un senso di sollievo e di
euforia, reso molto bene nell'ultimo quadro di Watteau, l’Enseigne de Gersaint, ma si tradusse, alla fine degli anni Venti,
in un timore di decadenza.
Antoine
Watteau, di ritorno dall’Inghilterra, dipinse l'Enseigne de Gersaint, un olio su tela di ampie dimensioni (1,66 ×
3,06 m), nell'autunno del 1720 in otto giorni, baciati da un
particolare stato di grazia.
Watteau
accelerò il processo creativo, che gli permise di completare un dipinto molto
più grande di quelli che normalmente eseguiva, forse per il peggioramento della
sua salute e per il sentirsi prossimo alla morte, che lo colse nel mese di luglio
del 1721.
Questo
dipinto era destinato ad essere un cartellone pubblicitario per un suo amico, il
mercante d’arte Edmé-François Gersaint, nella cui casa Watteau aveva soggiornato
e aveva tratto ispirazione per questo dipinto il cui tema centrale è concentrato
sulla vendita dell'arte. Gersaint fu un mercante fondamentale nello sviluppo
del mercato dell'arte e degli articoli di lusso durante la Reggenza, quando il gusto
prevalente diventò il Rococò.
L’insegna
fu appesa quindici giorni all'esterno del negozio di Gersaint, situato a Parigi sul centralissimo
ponte Notre-Dame, e suscitò l’ammirazione di tutta Parigi.
Il dipinto
raffigura un’immagine molto originale, perché rappresenta una scena di vita quotidiana
in strada, nell’interno di negozio con clienti e venditori: un tema di vita
quotidiana "contrario a tutte le norme artistiche del tempo" e completamente
atipico alla poetica di Watteau.
«Quest’opera
di occasione – come rileva Frédéric Gaussen in Paris vu par les peintres del 2004 – realizza un doppio prodigio:
da un lato essa è un documento inestimabile sulla vita cittadina del
tempo; da un altro, per la modernità della sua fattura, essa anticipa i
grandi osservatori della vita parigina, che saranno, più di un secolo
dopo, Daumier, Manet e Degas.».
Nell’interno
della galleria d’arte, molte persone dell'élite parigina acquistano opere d'arte
e sembrano indifferenti alla facciata misteriosamente scomparsa e sono più
preoccupati di ottenere i pezzi desiderati.
Dodici
personaggi – uomini e donne la cui eleganza è evidenziata dal riflesso luminoso
emesso dalla luce sui loro abiti di raso – che sarebbero potuti essere
cortigiani ieri a Versailles, parlano dei molti dipinti esposti e li
sottopongono al loro severo giudizio critico: nudità mitologiche, opere
religiose, una natura morta, un paesaggio. Si possono distinguere alcuni autori
di questi dipinti e ma i nomi di maggiore prestigio sono veneziani del Cinquecento
come Veronese, Bassano, e i due Palma oltre che fiamminghi del Seicento come Rubens
e i dipinti appesi alle pareti sono realizzati secondo il gusto tipico di quei
pittori. Ovviamente l’Enseigne non
rappresenta opere davvero in vendita, neanche i clienti sono veri e i volti
sono poco riconoscibili, non sono quindi dei ritratti.
Questa
tela è dunque una visione ideale del negozio di Gersaint.
Si
deve notare che manca la facciata del negozio: una donna sta entrando nel
negozio a sinistra, dove presumibilmente c’era l’ingresso; vediamo anche l’acciottolato
della strada.
Mentre
un cane dorme in un angolo della strada un cane alla destra dell'immagine,
mentre all'altro lato un facchino in piedi sembra indifferente alla scena. Il
cane nell'angolo è direttamente ispirato a quelli dell’Incoronazione di Maria dei Medici di Rubens: così Watteau volle rendere
omaggio al grande pittore.
In
primo piano, a sinistra, un giovane e una giovane donna, stanno entrando per
quella che dovrebbe essere la porta del negozio, gettano uno sguardo distratto
ai gesti di un dipendente garzone della galleria chiuso nel suo camice, sta
mettendo le opere acquistate in una grande cassa di legno.
Al
bancone, un uomo e sua moglie guardano uno specchio, non sappiamo se
contemplano il loro riflesso o ammirano l'oggetto stesso.
Sullo
sfondo, a destra, un commerciante presenta una scena mitologica.
Una
coppia piuttosto anziana esamina con attenzione un grande quadro ovale che
rappresenta una scena mitologica: la donna in abito scuro e cappello esamina
il paesaggio con il mento appoggiato alla mano, mentre il suo compagno guarda
nudi femminili.
Altri
tre visitatori ammirano sognanti uno specchio da toilette che è mostrato da una
giovane donna seduta dietro un grande banco di quercia.
Anche
se questo dipinto non è una rappresentazione vera della galleria di Gersaint,
offre agli spettatori la visione che l'elite ha di una solida e fiorente
galleria francese: cattura la clientela di alta classe e il fiorente commercio
che ha reso il negozio d'arte una parte vitale del mercato d'arte francese del
XVIII secolo.
Lo
sguardo di Watteau è mezzo divertito, mezzo distaccato, sembra quasi dare un
addio al passato: tra ieri e domani, questa splendida immagine, dipinta durante
la reggenza, è un po' il simbolo del crepuscolo di un regno, del crepuscolo del
Grand Siècle. Non è casuale che il nome scelto da Gersaint per il suo
negozio, era Au Grand Monarque. E
non è casuale che il garzone confeziona un Ritratto
di Luigi XIV dipinto da Hyacinthe
Rigaud; l'immagine del re è già seminascosta come se lui fosse già sulla
strada del dimenticatoio.
Watteau
si avvicina a questo capolavoro finale in modo del tutto diverso dalle altre
opere. Normalmente dipingeva lentamente, ma quest'ultima opera che avrebbe
lasciato al mondo sarebbe stata l'eccezione.
Resta che questo è il testamento artistico di Watteau.