Crescendo in un periodo in cui era impossibile trovare libri polizieschi o noir scritti da autori italiani, eccetto Gadda, Sciascia ed Eco, in cui però l’elemento “poliziesco” è solo pretesto per altro narrare, ipotizzavo in modo personalissimo spiegazioni di questo vuoto nel panorama letterario.
Per l’influenza dalle prefazioni di Oreste del Buono o di altri critici ai gialli tradizionali della Christie, di Ellery Queen, di Wallace, di Van Dine, era nata in me la convinzione che un elemento fondamentale, imprescindibile dei romanzi Mistery dovesse essere l’ambientazione, un’ambientazione Anglosassone o perlomeno nord Europea, persuadendomi ingannevolmente che il presupposto per il quale in Italia non si scrivessero romanzi di un certo tipo era proprio l’inadeguatezza del nostro paese ad essere scenario di crimini e delitti.
Il problema, tuttavia, non era tanto legato all'ambientazione e neppure che gli eroi di un certo tipo di romanzi dovessero ricalcare degli stereotipi impossibili da attribuire ad un personaggio italiano, quanto piuttosto altri, talmente evidenti e semplici da sembrare troppo difficili da vedere distintamente e tutti da ricercare nei meccanismi sociologici della letteratura.
Innanzitutto in Italia gialli e noir erano visti dal pubblico come libri di rango inferiore, cosicché gli autori evitavano di scrivere un certo tipo di libri convinti che non avrebbero trovato gli editori disposti a pubblicarli, gli editori a loro volta evitavano di pubblicare un autore sconosciuto italiano, quando potevano stampare autori americani ed inglesi i cui diritti tra l’altro in alcuni casi erano a costo zero ed i critici erano inoltre disposti a guardare con favore le loro opere.
Agli inizi degli anni 90 del Novecento, nel panorama editoriale si verificò però una svolta: pubblicare giovani e sconosciuti autori divenne una moda. Si scoprì così una serie di talentuosi giovani scrittori che si dimostrarono capaci di mutuare generi in auge all’estero e di riproporli alla maniera italiana.
Il Noir-Giallo-poliziesco esplose in Italia, aprendo un filone fino a quel momento quasi inesplorato.
Il giallo classico – quello che si legge con un’unica domanda chi è l’assassino? – è stato reinterpretato e svolto secondo una chiave di lettura diversa, infatti, chi legge non si dovrà più domandare soltanto chi è l’assassino, ma anche cosa succede e perché?
lunedì 4 aprile 2011
Il romanzo giallo: ragioni di un'assenza di Massimo Capuozzo
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